Flattr, il sistema di pagamento che permette agli utenti di effettuare donazioni agli sviluppatori, non è gradito ad Apple. La società di Cupertino ha infatti deciso di non ammettere su App Store i software che ne fanno utilizzo, in quanto ritenuti in violazione delle norme che regolano la piattaforma. Una vicenda nata nelle scorse settimane con il blocco imposto dalla mela morsicata a Instacast, applicazione per il download e l’ascolto di pocast.
Lo sviluppatore Vemedio ha infatti deciso di affidarsi a Flattr per finanziare il lavoro di chi si occupa della produzione dei contenuti, integrando il sistema in un update. Apple ha però respinto al mittente la richiesta di pubblicazione su App Store, costringendo Vemedio alla sua rimozione per poter sistemare alcuni bug mediante un aggiornamento.
Ma come funziona Flattr? L’utente può decidere di impostare una quota di denaro mensile da donare, lasciando che sia poi Flattr a dividerla tra gli autori dei pocdcast ascoltati, oppure procedere direttamente al pagamento tramite un apposito pulsante. Questo viola i termini di utilizzo dell’App Store, che al punto 21.2 recitano: “L’invio delle donazioni dev’essere effettuato via Web tramite Safari o attraverso SMS”.
L’unico sistema di pagamento in-app ammesso da Apple, dunque, è quello ufficiale, che garantisce alla società introiti pari al 30% di ogni singola transazione. La mela morsicata ha così risposto alle proteste di Vemedio per l’esclusione dell’update dalla piattaforma.
Possiamo capire che indirizzare i vostri utenti al di fuori dell’applicazione non rappresenta la migliore esperienza possibile. Comunque, si tratta di una pratica comune e utilizzata da molte app iOS.
Il team al lavoro su Flattr, intervenuto sul blog ufficiale, prende atto di quanto deciso, specificando però che la vicenda è tutt’altro che conclusa. Martin Hering, a capo della software house Vemedio, interverrà nel corso del WWDC 2012 e uno degli argomenti trattati sarà proprio l’iniziale esclusione di Instacast dalle pagine dell’App Store.