Con un ultimo colpo di coda, sul fine del 2018 il governo italiano ha fatto passare la nuova Legge di Bilancio per il 2019. Al suo interno, come molti professionisti sanno, c’è la tanto attesa estensione del regime forfettario, Con la normativa, questo passa dai 30 mila euro annuali a 65 mila, coinvolgendo oltre 1 milione e 400 mila individui, tra liberi professionisti e piccoli commercianti.
Grazie alla novità, chiunque abbia chiuso il 2018 con un reddito minore di 65 mila euro, potrà beneficiare da ora in poi di un’aliquota agevolata al 15%, applicata alla percentuale dovuta per il codice ateco specifico. Detto ciò, non è semplice districarsi tra articoli, note e modifiche del caso, ed è per questo che nasce il portale www.flextax.it.
Lanciato a dicembre da una società torinese, MarketingTorino, in collaborazione con un gruppo di contabili, commercialisti e consulenti del lavoro che, con oltre 15 mila accessi unici al giorno, Flex Tax si pone l’obiettivo di rispondere a tutti i dubbi principali circa l’odierna Flat Tax e il regime forfettario. Secondo Fabio Pennella, fondatore di Flex Tax:
Il sito è nato con una specializzazione verticale per semplificare la gestione della contabilità delle partite IVA del regime forfettario ed è strutturato come un e-commerce di servizi per le imprese. Abbiamo un blog in continuo aggiornamento che conta già oltre 100 articoli dedicati al regime forfettario e un’area FAQ semplice ma molto completa. Oggi si collegano al nostro portale oltre 1500 utenti unici al giorno e stiamo offrendo assistenza gratuita dedicata a moltissimi di loro. Notiamo smarrimento, confusione, non solo da parte delle partite IVA, anche i commercialisti ci chiedono informazioni. Il 70% di chi si collega sta orientandosi ad una decisione.
I principali dubbi che registriamo sono relativi alla possibilità di accedere al regime forfettario da parte di chi ha quote in srl, poiché su questo punto il decreto non è chiaro. Altro grande nodo da sciogliere, oggetto di tante domande degli utenti, è se può passare al regime forfettario chi fattura prevalentemente ad un datore di lavoro, ex o attuale. Molti ci chiedono anche chi e come può passare dal regime ordinario al regime forfettario. Chi si sta orientando al regime forfettario? I nostri dati parlano chiaro: soprattutto geometri, medici, ingegneri, agenti di commercio, parrucchieri e freelance del web. I nostri utenti si collegano da tutto lo stivale e questo ci offre la possibilità di disegnare una fotografia dell’Italia delle partite IVA. La città che registra la maggiore vivacità è Roma, seguita da Milano, Napoli, Torino, Firenze, Bologna e Palermo. Tuttavia è la Lombardia a guidare la classifica di coloro che hanno già deciso in merito al passaggio al regime forfettario, seguita da Veneto e Lazio; nelle altre regioni molti si stanno ancora orientando.
Tanta professionalità non è gratuita. Il costo per accedere alle sezioni del sito parte da 269 euro all’anno ma include la gestione di tutta la contabilità della partita IVA che, con 349 euro annui può garantirsi anche la compilazione e invio della dichiarazione dei redditi. Grande spazio al progetto viene data all’automazione dei processi; una “pratica” che permette di velocizzare alcune operazioni e di ridurre il canone dovuto da ogni utente. Del resto un commercialista, non obbligatorio per i forfettari, costa decisamente di più.