Da luogo in cui pubblicare le proprie foto Flickr sta diventando sempre di più un luogo per archiviarle anche in forma esclusiva. A confermare tale tendenza arriva ora la finalizzazione dell’accordo stretto già in ottobre con Picnik, società che fornisce la tecnologia che consentirà agli utenti di modificare le foto uploadate attraverso il browser.
La notizia arriva direttamente dal blog di Flickr, dove viene spiegato come per usufruire del servizio di Picnik basti un click solo (fermo restando che la prima volta occorre dare esplicito consenso all’installazione di Picnik sul proprio account Flickr), e si apre una schermata che consente alcune basilari modifiche alle foto. Dunque non uno strumento in concorrenza con Photoshop, ma più semplicemente una maniera per porre rimedio ad alcuni comuni problemi con le foto postate, dalla sottoesposizione agli occhi rossi.
Flickr è da tempo parte di Yahoo ed è stata una delle prime compagnie del web 2.0 ad aver abbandonato lo stato di beta senza che tuttavia il fatto fermasse l’evoluzione delle caratteristiche e delle funzioni del sito. Si conferma così come lo stato di “forever beta” delle applicazioni del web 2.0 non sia una scusante per affermare l’immaturità di un servizio, ma un diverso stato di vita di un’applicazione che vivendo in tempo reale si evolve di continuo modificandosi lentamente di giorno in giorno invece che periodicamente con massicci update. Uno stato che velocizza la riparazione dei problemi e delle vulnerabilità e che consente anche ai produttori di rispondere più prontamente alle esigenze di mercato.
Gli utenti di Filckr potranno accedere alla schermata di Picnik attraverso un nuovo pulsante “Modifica” con il simbolo della matita posizionato sopra le foto. Le possibilità offerte oltre ai classici ritagli, rotazioni e zoom sono alcuni filtri predefiniti divisi in basic (che vanno dal classico bianco e nero al fumettoso) e premium per chi è disposto a pagare.
Quello che ora cambia è un concetto fondamentale, cioè che le immagini che risiedono su Flickr possono anche essere “uniche”. Non si tratta più di copie di file residenti sul disco rigido, ma immagini modificate che hanno una loro unicità e che risiedono come prima cosa online.