Google aggiunge un nuovo tassello al suo mosaico di acquisizioni, mettendo le mani su Flutter. Il nome sarà forse poco conosciuto al grande pubblico, ma si tratta della software house che ha sviluppato il programma omonimo per controllare la riproduzione dei contenuti multimediali senza ricorrere all’utilizzo di mouse o tastiera. In altre parole, il funzionamento può essere paragonato a quello del motion controller Kinect visto in azione su Xbox 360, ma in ambito PC.
Uno dei punti di forza dell’applicazione è rappresentato dal fatto di non richiedere hardware dedicato o periferiche aggiuntive, in quanto è in grado di interpretare il movimento delle mani effettuato dagli utenti tramite la webcam solitamente integrata nei notebook o connessa al computer tramite porta USB. L’unico requisito richiesto è l’utilizzo di uno dei software supportati, con un elenco che al momento conta Spotify, Windows Media Player, VLC, iTunes e QuickTime. Di seguito un breve filmato che mostra in modo chiaro come Flutter sia in grado di avviare o mettere in pausa la riproduzione di un brano musicale.
Quando abbiamo iniziato tre anni fa, il nostro obiettivo di realizzare una tecnologia efficiente e onnipresente per il riconoscimento delle gesture era da molti considerato solo un sogno, non una reale possibilità. Da allora ci siamo impegnati per dar vita al miglior algoritmo visivo possibile e ad un’incredibile esperienza di utilizzo. Anche dopo il lancio della nostra prima app, non abbiamo interrotto le ricerche. Il vostro entusiasmo e supporto ci hanno portato a fare meglio. Ci sentiamo ispirati ogni giorno sapendo che, ad esempio, Flutter vi fa sentire un supereroe, perché ogni tecnologia sufficientemente avanzata dovrebbe essere indistinguibile dalla magia, giusto? Oggi, siamo felici di annunciare che continueremo le nostre ricerche per Google.
È con questa citazione di Arthur C. Clarke che il CEO Navneet Dalal conferma l’acquisizione di Flutter da parte del gruppo di Mountain View. Al momento il software è disponibile per sistemi operativi Windows e Mac, dunque non è da escludere la possibilità di vedere la tecnologia impiegata sui Chromebook con piattaforma Chrome OS. Restano per il momento segreti i termini economici dell’accordo.