Una delle principali perplessità che rileva chi opera nel mondo dell’informazione e del giornalismo relativamente alla qualità dei blog e alla professionalità/deontologia dei blogger è la pessima abitudine del riciclare contenuti on-line presi, più o meno dichiaratamente, da altre fonti.
Una ricerca svolta in Gran Bretagna, paese in cui storicamente il giornalismo ha un ruolo sociale chiave, dimostra però come queste cattive abitudini siano fortemente radicate anche nei progetti editoriali cartacei più prestigiosi.
Se, come dimostra la ricerca (che riporta dati numerici e percentuali davvero impressionanti), la maggior parte delle notizie presentate dai media classici è totalmente copiata o comunque fortemente basata sulle note di agenzia o, ancora peggio, sui comunicati di aziende e uffici stampa, la critica mossa alla blogosfera ha ancora senso o per demolirla basta un classico “chi è senza peccato…”?
Mal comune mezzo gaudio quindi? Beh, considerando che a rimetterci è solo la qualità del giornalismo e, quindi, dell’informazione, direi proprio di no.
Visto che tuttavia questa situazione, derivante, come dimostra la ricerca, essenzialmente da logiche di produttività aziendali e dalla necessità di generare in maniera seriale grandi quantità di informazioni di “qualsiasi” qualità e argomento non sembra facilmente risolvibile, e dato che il giornalismo di inchiesta è ormai un’attività riservata a nicchie ristrettissime di giornalisti/blogger illuminati, ecco che tentare di fornire valore aggiunto proponendo diversi punti di vista sulle notizie o rendendo visibili informazioni non sempre trattate dai media tradizionali diventa una grande opportunità che i blog possono sfruttare.