Aggiungere una serie di sensori ad una bicicletta significa trasformare il mezzo di locomozione in uno strumento di comunicazione, monitoraggio e potenzialmente di ottimizzazione della mobilità urbana. Ford, che al Mobile World Congress 2015 ha voluto portare la propria visione organica di quella che sarà la mobilità del futuro, ha voluto così focalizzare l’attenzione anche sul progetto Info Cycle.
Ford Info Cycle
Per trasformare le azioni di una bicicletta in informazioni utilizzabili occorre semplicemente dotare il mezzo con appositi sensori. Il sensore svolge questo ruolo specifico: interpreta la realtà, la analizza, la misura e trasforma così un contesto in una serie di bit. Questi ultimi potranno in seguito essere utilizzati per svariate necessità, a vantaggio tanto del singolo quanto della collettività. Il progetto “Info Cycle” nasce con questa precisa finalità: raccogliere i dati da un locomotore a due ruote per poterli archiviare, interpretare e sfruttare.
Ford è esplicita nei propri obiettivi: «ogni bicicletta può trasformarsi in un centro di raccolta dei dati sul traffico e sulla circolazione urbana, allo scopo di perfezionare in tempo reale i modelli ideali di guida in città analizzando l’ecosistema dell’urban-biking per incrementare la sicurezza e l’integrazione dei ciclisti.
Dotare le biciclette di sensori (o ipotizzare prototipi quali i vari Mode:Me e Mode:Pro), insomma, significa poter “leggere” il traffico e le necessità di chi usa questo tipo di locomozione, potendo pertanto intervenire di conseguenza. Le possibilità sono varie: «Il box sensori installato sul telaio di una comune bicicletta comunica con lo smartphone del guidatore per inviare a un centro di elaborazione dati informazioni come velocità, accelerazione, altitudine e condizioni metereologiche». I dati ottenibili sono pertanto di varia natura, quanto basta per descrivere con sufficiente attendibilità quello che è il contesto entro il quale avviene la pedalata.
Per estensione, la bicicletta diventa un piccolo sensore annegato nel flusso della mobilità urbana, che può così essere monitorata con continuità. Si entra nella dimensione dei big data: elaboratori centrali nutriti con molte informazioni sono in grado di interpretare la realtà e consigliare strategie in grado di ottimizzare la propria esperienza. Un sensore, un sistema di elaborazione e un’intelligenza remota, insomma, possono trasformare il disordine in ordine, il caos in fluidità, un rallentamento in una opportunità per accelerare.
Smart Mobility
Ford ha enunciato la propria vision di “Smart Mobility” spiegando come parta da qui un nuovo modo di interpretare l’utilizzo della viabilità urbana. Il veicolo a quattro ruote non è più il termine primo ed ultimo di un sistema di spostamento che si rende in taluni casi insostenibile, ma nel futuro sarà il fondamentale mezzo di avvicinamento alla meta che, coadiuvato da sistemi complementari quali e-bike a pedalata assistita, possa rientrare in un sistema integrato e intelligente per organizzare gli spostamenti.
“Smart Mobility” significa pertanto intelligenza distribuita: ogni veicolo è uno strumento, ogni persona è un terminale, ogni strada è un canale di raccolta dati. La gestione remota delle informazioni determina infine i comportamenti che una smart city, o un veicolo intelligente, dovranno tenere per ottimizzare l’esperienza della persona.
Info Cycle e OpenXC
Info Cycle è parte integrante di questo alto concetto di mobilità intelligente, fungendo da collettore di informazione in grado di trasformare la realtà in informazione. Tutto ciò non sarebbe però possibile se Ford non avesse precedentemente messo a punto un ulteriore sistema complementare, denominato OpenXC.
OpenXC è un protocollo open-source nato originariamente per consentire il dialogo tra i sensori e la strumentazione di bordo sui veicoli connessi (sia monitorando vari parametri del veicolo, sia restituendo gli stessi a device esterni). Il protocollo gestisce le informazioni per la connettività di bordo e, applicato ad una bicicletta tramite Info Cycle, è in grado di qualificare la raccolta dati in locale per valorizzarla in una dimensione più ampia.
Quelli che possono apparire come tasselli non associabili, sono in realtà parte di una visione olistica ampia e lineare, che Ford sta integrando poco alla volta per dar vita ad una vera e propria rivoluzione del modo in cui la mobilità urbana è culturalmente conosciuta e interpretata. Spiega Barb Samardzich, vice president e chief operating officer Ford Europe:
L’innovazione è un elemento che in Ford caratterizza ogni ramo del proprio business, e siamo aperti a nuovi modi di pensare al mondo dei trasporti, per identificare soluzioni alternative e intelligenti per permette al mondo di continuare a spostarsi liberamente. Il nostro impegno nel definire il futuro della mobilità va ben oltre lo sviluppo di nuovi veicoli, e si estende attraverso una ricerca condotta a livello globale e una lunga serie di progetti ed esperimenti. Grazie a questo impegno, le soluzioni per una mobilità più connessa e integrata sono sempre più vicine.