Apple ha pubblicato l’annuale Supplier Responsibility Progress Report, il documento che tratteggia nel dettaglio le condizioni di lavoro fra i suoi partner mondiali. Rispetto agli scorsi anni i miglioramenti sono sensibili, soprattutto su tematiche come il lavoro minorile, l’impiego di sostanze tossiche e l’inquinamento dovuto agli impianti di produzione. Pur essendo ancora lontano dagli standard occidentali in fatto di occupazione, si tratta di un piccolo successo per la Mela, impegnata da oltre un biennio a eliminare ogni forma di sfruttamento.
Partendo proprio dal versante lavoro, il numero di operai con età inferiore ai limiti legali è diminuito dai 106 del 2012 agli 11 del 2013, un traguardo molto importante soprattutto a seguito delle polemiche che hanno investito Pegatron e Foxconn. Si riduce anche il monte ore per singolo dipendente, con il 95% dei partner pronto a garantire un massimo di 60 ore settimanali, con una media di 50 ore per operaio. Sebbene il 97% delle aziende che collaborano con Cupertino abbia acconsentito ad almeno un giorno settimanale di riposo per i lavoratori, va comunque sottolineato come il limite di 60 ore imposto da Apple sia comunque più alto delle 49 massime previste per legge in paesi come la Cina.
Accanto ai progressi sul capitale umano delle aziende asiatiche, la Mela ha investito anche in formazione. Per assicurarsi che i partner recepissero il rigido codice di condotta stilato in California, la società ha organizzato training in loco e condotto oltre 451 controlli per vagliare il rispetto degli accordi presi.
Nel corso degli ultimi 12 mesi, poi, il gruppo di Cupertino ha deciso di impegnarsi maggiormente sulla questione ambientale, aumentando sensibilmente gli standard per lo smaltimento di rifiuti tossici o dannosi, escludendo il ricorso a discariche non autorizzate e aumentando del 50% i controlli a campione fra i partner. In particolare, l’azienda ha deciso di concentrarsi sui fornitori di tantalio – un metallo indispensabile per il funzionamento dei dispositivi elettronici – esclutendo tutte quelle realtà di estrazione nelle zone di conflitto dell’Africa centrale. In Congo, ad esempio, la produzione di tantalio ha determinato una situazione di vera e propria guerra civile, con episodi di sfruttamento e schiavismo nelle mani della criminalità organizzata. La Mela ha quindi deciso di fare a meno dei fornitori che raccolgono o acquistano il minerale in queste zone, per prediligere invece quelle realtà di produzione etica. Simili miglioramenti anche sul versante del consumo dell’acqua: Cupertino ha avviato un programma di risparmio e riciclo in alcuni impianti industriali, che verrà via via esteso a tutti i collaboratori.