Forrester: iTunes è destinato a fallire nei video

Secondo uno studio Forrester il modello di business che il negozio online di Apple sta imponendo nel mondo dei video non avrà vita lunga. Per il video online il futuro sarebbe senza dubbio nella fruizione gratuita sostenuta da introiti pubblicitari
Forrester: iTunes è destinato a fallire nei video
Secondo uno studio Forrester il modello di business che il negozio online di Apple sta imponendo nel mondo dei video non avrà vita lunga. Per il video online il futuro sarebbe senza dubbio nella fruizione gratuita sostenuta da introiti pubblicitari

«Il gratis vincerà»: è questo il parere del prestigioso istituto di ricerca Forrester, nella persona dell’analista James McQuivey. Da una ricerca è infatti emerso come il modello della fruzione gratuita di contenuti video alla lunga sia destinato ad imporsi.

I negozi online come iTunes (che hanno visto nell’ultimo anno triplicare le loro entrate) sono destinati a registare un forte aumento dei loro clienti fino a raggiungere una soglia, quella degli early adopters (i soggetti che solitamente adottano e sperimentano per primi una tecnologia). Più in là però non andranno. McQuivey sostiene che «nel mondo del video online iTunes è solo un lampo e i consumatori in realtà attendono modi migliori di scaricare video. E stanno già arrivando».

Il punto è che, secondo lo studio Forrester, solo il 9% della popolazione adulta online ha pagato per un programma o per scaricare un film, e comunque lo hanno fatto spendendo una media di 14 dollari a testa all’anno: anche se probabilmente questa fascia di pubblico è destinata a spendere di più all’aumentare dell’offerta, il contributo risultante non sarà sufficiente.

Già dal prossimo anno, dunque, si dovrebbe assistere ad una normalizzazione (se non ad una stabilizzazione) nell’uso del download a pagamento, un’interruzione della crescita le cui cause sono da imputare alla confusione che si è venuta a creare intorno ai diversi formati video, alle difficoltà nel guardare i video scaricati su schermi televisivi e altri problemi di ordine tecnico. A tutto ciò vanno inoltre aggiunti gli sforzi dei concorrenti di tale modello di business: gli studi produttori, di concerto con i distributori di decoder, stanno facendo di tutto per mettere online su diverse piattaforme, in prima persona e gratis (contando sugli introiti pubblicitari), i propri show.

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