Apple diventerà un’azienda normale. Rallenterà. Perderà la magia di questo momento e si troverà a fare i conti con entrate e profitti in calo. Un giudizio tanto duro e controcorrente giunge da Forrester, la medesima agenzia che poche ore prima fotografava il successo dei tablet e descriveva Apple come leader indiscussa del settore. La nuova analisi è firmata George F. Colony, CEO Forrester Research, il quale si assume dunque tutta la responsabilità di un giudizio tanto tagliente: la Apple post-Jobs non è la stessa della Apple di Steve Jobs e poco alla volta le differenze emergeranno.
Forrester sembra voler stigmatizzare nella propria analisi soprattutto il ruolo di Tim Cook, colui il quale ha ereditato lo scomodo posto di erede di Steve Jobs (peraltro su nomina diretta) alla guida dell’azienda di Cupertino. Il report non vede in Cook il medesimo carisma di Jobs, cosa che poco alla volta porterà l’azienda al di fuori del binario attuale i cui successi (certificati da trimestrali in aumento e da nuovi record nella quotazione a Wall Street) sarebbero dunque ancora l’eredità dell’opera costruita in passato.
Secondo Colony, semplicemente, ci sono alcune aziende che pongono il proprio baricentro sul carisma del proprio CEO, il visionario che si connette emotivamente con i vari ambiti del gruppo per guidarlo grazie alla propria presenza, la propria empatia, la propria leadership riconosciuta. Secondo Forrester, Tim Cook non può pertanto sostituire in ciò Steve Jobs e presto o tardi l’azienda dovrà riconoscere quanto accaduto con la perdita del fondatore. Così come successo con Sony dopo Morita, insomma: una normalizzazione incontrovertibile, teoricamente motivata con le teorie di Max Weber e con un’analisi postuma di quella che è stata la reggenza Jobs.
Pur senza conoscerli personalmente, vorrei vedere Jon Ive o Scott Forstall diventare CEO. […] sembrano avere un po’ del carisma e di senso del design per guidare legittimamente la società.
L’analisi non si presenta come una bocciatura del gruppo di Cupertino, anzi. Tuttavia, l’ipotesi è quella per cui la gloria odierna sia un’eredità del passato, un’inerzia delle decisioni lungimiranti e coraggiose intraprese dalla guida precedente. Un momento destinato a durare 24/48 mesi, dopodiché «senza l’arrivo di un nuovo leader carismatico si trasformerà da grande compagnia a buona compagnia, con un proporzionale passo indietro in termini di crescita ed innovazione».
L’attacco di Forrester ha dunque un uomo solo nel mirino: Tim Cook. E visti i risultati odierni del gruppo, l’attacco Forrester sembra essere peraltro del tutto isolato. Nonché coraggioso.