I profitti Apple volano, i margini Foxconn rallentano. Dietro questo paradosso si cela probabilmente il grande successo di mercato della casa di Cupertino, la cui qualità produttiva impone ai propri partner condizioni di collaborazione particolari e tali da massimizzare la qualità pur limitando l’introito finale.
Ad approfondire la questione è stato direttamente Terry Gou, presidente della Hon Hai Precision Industry. Secondo Gou, infatti, lavorare con Apple sarebbe complesso poiché gli iPad sono «estremamente difficili da realizzare». Dietro le sue parole si cela il lavoro di un gruppo che, per rimanere in partnership con Cupertino, ha sacrificato parte dei margini pur di poter avere il flusso massivo di domanda che la stessa Foxconn fatica a soddisfare per mantenere alta la produzione dei tablet e degli smartphone richiesti.
Il problema è nella quantità dei dettagli e nella qualità degli elementi costruttivi, aspetti sui quali Apple focalizza la propria presenza sul mercato: il ritmo dell’innovazione costringe la Foxconn a ritmi e costi elevati, il che va a riflettersi giocoforza sui costi finali. Il gruppo cinese sembra però poter garantire i propri azionisti: al momento non c’è pericolo di perdere la fondamentale partnership Apple poiché il gruppo è in grado di assemblare le unità Apple con minor fallacia rispetto ad un rivale quale Samsung.
Alla prova dei fatti, insomma, il lavoro Foxconn sarebbe migliore ed Apple non potrebbe che scegliere il partner cinese. La cosa comporta grossi vantaggi, ma anche grandi sfide. Il tutto si riassume in un compromesso che consente alla Hon Hai di mantenere valida la partnership, ma al costo di margini in ribasso a causa degli eccessivi costi.
Dietro alla collaborazione tra le parti vi sono però ombre grigie che il tempo fatica a cancellare: la Foxconn è stata infatti più volte additata per le difficili condizioni di lavoro imposte ai propri dipendenti, il che è scaturito peraltro in una serie di suicidi legati il più delle volte a situazioni estreme di pressione psicologica e ritmi di lavoro eccessivi. Apple ha negato qualsivoglia responsabilità ed ha garantito anzi collaborazione e “fair trade“, ma in economia tutto si riduce ai numeri. Ed i numeri sono quelli di profitti che volano a Cupertino e margini che rallentano in Cina. Tutto il resto è un effetto collaterale che i bilanci non tengono sempre direttamente in considerazione.