Una nuova polemica coinvolge Foxconn, il partner asiatico di Cupertino per la produzione degli iDevice, anche se questa volta non riguarda lo sfruttamento della manodopera e nemmeno le condizioni non consone degli ambienti lavorativi. Secondo quanto svelato dal The Wall Street Journal, l’azienda cinese sarebbe implicata in un caso di tangenti nella produzione di iPhone.
I contorni non sono ancora chiari, ma sembra che alcuni alti dirigenti di Foxconn abbiano accettato delle bustarelle nella scelta di alcuni partner terzi, fornitori di componenti per il melafonino. Pare si tratti di una pratica profondamente radicata, almeno in passato, nelle politiche dell’azienda: per vincere una commessa, sarebbe stato necessario sborsare del denaro.
«Dopo un anno di indagini, i procuratori hanno comunicato di aver arrestato giovedì un ex direttore generale Foxconn, con l’accusa di aver accettato tangenti dai partner della catena di fornitura. Gli inquirenti confermano come altri tre ex dipendenti Foxconn siano stati rilasciati su cauzione.»
Stando alle prime dichiarazioni raccolte da CNet, Foxconn ha comunicato di aver condotto delle indagini interne per scoprire quali dirigenti si siano macchiati di simili reati, promette inoltre di collaborare pienamente con gli inquirenti per assicurare i colpevoli alla giustizia:
«Qualsiasi dipendente ritenuto colpevole di attività illegali o di qualsiasi violazione del Codice di Condotta della compagnia, sarà perseguito nella misura massima consentita dalla legge. Stiamo inoltre intraprendendo una piena revisione delle nostre politiche e pratiche, per identificare quei passi da seguire per rafforzare alcune misure, utili a mitigare ulteriormente queste azioni.»
I nomi delle aziende terze e dei dirigenti coinvolti non sono stati al momento svelati, mentre sembrerebbe essere confermato l’impiego sulle linee di produzione targate mela morsicata. Va doverosamente specificato come Apple sia del tutto estranea alla vicenda: in quel di Cupertino pare che nessuno fosse al corrente di un sistema di tangenti per l’appalto di parte della produzione a società esterne a Foxconn. Le regole ferree che la società californiana ha imposto a tutti i partner mondiali, oltretutto, vietano esplicitamente qualsiasi forma di violazione della legge, dentro e fuori gli impianti produttivi.