Foxconn, leader mondiale nel mercato della produzione di elettronica di consumo e azienda fornitrice di alcune delle più importanti società mondiali, come per esempio Apple, ha annunciato la ripresa della produzione nei suoi stabilimenti di Longhua e Guanlan dopo il lockdown disposto dalla autorità locali due settimane fa per contrastare una recrudescenza nell’area del Covid-19.
Foxconn riapre le fabbriche a Shenzen
Secondo l’agenzia di stampa Reuters, la produzione dei prossimi smartphone di diverse aziende occidentali non è più a rischio, anche se potrebbero subire alcuni ritardi. Foxconn è una multinazionale taiwanese, la più grande produttrice di componenti elettrici ed elettronici per gli OEM in tutto il mondo, e produce principalmente su contratto ad altre aziende tra le quali Amazon.com, Apple, Dell, HP, Microsoft, Motorola, Nintendo, Nokia (solo per il mercato cinese), HMD Global, Sony, BlackBerry e Xiaomi.
L’area dove sorgono le sue fabbrice, poi, ovverosia Shenzen, è considerata un polo tecnologico estremamente importante, visto che ospita tra le altre, le sedi di importanti aziende cinesi come Huawei, Oppo, TCL e Tencent.
Ecco perché la notizia del blocco della produzione due settimane fa aveva provocato un vero e proprio terremoto in un settore già pesantemente colpito proprio dagli ultimi due anni di pandemia. La crisi dei chip ha influito negativamente in modo importante tutta la filiera produttiva tecnologica. Counterpoint Research, una delle più note società globali di ricerche sui mercati tecnologici ai livelli C dell’industria mobile, tempo fa ha pubblicato dei dati secondo i quali nel 2022 si sarebbe verificato un calo di approvvigionamento generale di telefonini, e un’ulteriore carenza di prodotti in particolari Paesi, come ad esempio le nuove console che restano con una disponibilità molto scarsa: Xbox Series X e PlayStation 5.
Ad ogni modo, come riporta Reuters, Foxconn ha potuto riprendere le normali operazioni di produzione e ordinazione così rapidamente nelle fabbriche, grazie anche ai nuovi protocolli di sicurezza adottati dal governo cinese, che pur attuando rigorosamente politiche di prevenzione e controllo delle epidemie, prevede anche una certa elasticità nella gestione dei singoli casi. In questo specifico, ad esempio, parte del personale vivrà e lavorerà per esempio in una bolla.