Al contrario di quanto avvenuto nel decennio scorso con PlayStation 3, Sony ha deciso di non affidare alla manodopera giapponese la produzione della console next-gen PS4. Le componenti hardware sono infatti assemblate in Cina negli stabilimenti Foxconn, la stessa azienda che da anni lavora per conto di alcune delle più grandi e importanti società dell’ambito tecnologico, Apple compresa. Nulla di strano, se non fosse per quanto riportato dalla redazione del quotidiano locale Dongfang Daily.
Pare infatti che il gruppo abbia affidato a migliaia di studenti della Xi’an Technological University il lavoro sulla piattaforma. Questi sarebbero impegnati nella fabbrica di Yantai, per tutto il periodo compreso tra agosto e ottobre. A quanto pare non si tratta di un tirocinio opzionale, bensì obbligatorio: non frequentarlo o abbandonarlo prima della scadenza può costare la perdita di sei crediti formativi o addirittura il mancato ottenimento del titolo di studio. Ancora peggio, alcuni dei diretti interessati riferiscono di mansioni che non hanno nulla a che vedere con le materie affrontate sui banchi di scuola. In altre parole, si torna a parlare di manodopera sfruttata, questa volta a costo zero.
La studentessa Wang Yiran racconta di essere stata messa, insieme ad un compagno, sulla linea di produzione della PlayStation 4 per svolgere lavori manuali come la rimozione della pellicola protettiva dalla scocca della console o l’applicazione di adesivi. Questo per undici o più ore al giorno, immersa nel rumore fastidioso dell’ambiente circostante, con due sole pause: 30 minuti per il pranzo e altri 10 minuti a metà mattinata. Un’ulteriore conferma arriva da Li Xinzhou, incaricato di riempire le scatole della console con cavi e manuali, che riferisce di aver visto almeno un paio di studenti svenire per la fatica e la ripetitività del lavoro.
La stessa polemica era stata mossa nei confronti della partnership tra Foxconn e la Xi’an Technological University lo scorso anno, quando l’impianto si occupò di assemblare Wii U per conto di Nintendo. Intervenuta sulle pagine di Quartz, l’azienda cinese si è detta pronta a prendere i provvedimenti necessari affinché gli studenti possano dare il loro contributo senza forzature o turni troppo lunghi.