Con le novità annunciate di recente all’evento I/O 2017 dedicato alla community di sviluppatori (Project Treble su tutte), Google ha dimostrato di voler provare, ancora una volta, a combattere il fenomeno della frammentazione che ormai da anni affligge l’intero ecosistema Android. Le nuove statistiche ufficiali pubblicate dal gruppo di Mountain View confermano che si tratterà di una strada in salita.
La release più recente, Nougat, è ancora ferma al di sotto del 10%: per la precisione è arrivata al 9,5%, suddiviso tra l’8,9% della versione 7.0 e lo 0,6% della successiva 7.1. Il segno è positivo rispetto a quanto rilevato a inizio maggio (+2,4%), ma il ritmo di crescita è troppo lento. Segue Marshmallow con il suo 31,2%, stabile rispetto a qualche settimana fa. Lollipop cede poco più di un punto percentuale (-1,2%) scendendo al 30,8%, diviso tra l’8,2% della release 5.0 e il 22,6% della successiva 5.1. Proseguendo a ritroso si incontrano KitKat con il suo 18,1% (-0,7%), Jelly Bean che scivola all’8,8% (-0,3%), Ice Cream Sandwich fermo allo 0,8% e infine Gingerbread con il medesimo 0,8% (-0,2%).
Si tenga in considerazione che nei prossimi mesi si assisterà al debutto ufficiale del nuovo Android O (ancora senza un nome, forse Oreo), per capire come con questi ritmi una soluzione efficace e definitiva al problema della frammentazione sembri ancora piuttosto lontana. L’obiettivo potrà essere raggiunto solo ed esclusivamente attraverso una più stretta collaborazione tra Google e i produttori dei dispositivi, che spesso impiegano molto tempo nel confezionare e rilasciare gli update, soprattutto a causa della necessità di personalizzare l’interfaccia del sistema operativo o alcune sue componenti. Il Project Treble citato in apertura mira proprio a questo, attraverso una netta separazione tra il core di Android e le personalizzazione applicate dai partner OEM, riducendo così le tempistiche per la pubblicazione degli aggiornamenti.