Ci è voluto molto, decisamente troppo, ma nelle nuove statistiche ufficiali relative alla frammentazione dell’ecosistema Android la più recente versione Oreo ha finalmente abbattuto la soglia psicologica dell’1%. Merito del debutto sul mercato di nuovi dispositivi con l’ultima release preinstallata e del rilascio di aggiornamenti ufficiali per i modelli già in commercio.
Oreo sale dunque all’1,1%, con un incremento pari allo 0,4% rispetto a quanto rilevato a inizio gennaio, con la quota divisa tra lo 0,8% dell’edizione 8.0 e lo 0,3% della successiva 8.1. Dietro si trova Nougat con il 28,5% (2,3% per la 7.0 e 6,2% per la 7.1) che stabilisce un incremento del 2,2% nell’ultimo mese. Si prosegue con Marshmallow in flessione al 28,1% (-0,5%), Lollipop che scende al 24,6% contraendosi dello 0,5% (5,4% per la 5.0 e 19,2% per la 5.1), KitKat al 12% (-0,8%), Jelly Bean al 5% in discesa dello 0,6% (1,7% per le 4.1.x, 2,6% per le 4.2.x e 0,7% per la 4.3), Ice Cream Sandwich allo 0,4% (-0,1%) e infine Gingerbread allo 0,3% (-0,1%).
Come sempre, si ricorda che le statistiche sono state raccolte da Google analizzando tutti i dispositivi che hanno effettuato il collegamento alla piattaforma Play Store mediante l’applicazione ufficiale, in un periodo pari a sette giorni concluso il 5 febbraio. Per cambiare una situazione che ancora oggi costituire l’univo vero e proprio tallone d’Achille dell’ecosistema Android servirà un maggiore sforzo da parte dei produttori e degli operatori impegnati nello sviluppo e nel rilascio degli aggiornamenti. Ne beneficerà in primis l’utenza, potendo così contare sulle più recenti funzionalità introdotte dalla piattaforma e su una maggiore protezione contro le tante minacce informatiche che mettono a rischio privacy e dati personali. Iniziative come Project Treble non sembrano purtroppo risultare efficaci quanto servirebbe.