La Francia si è assunta la responsabilità di approvare una delle normative più controverse degli ultimi tempi in tema di pirateria informatica. La legge si pone l’obiettivo specifico di persuadere gli utenti alla rinuncia del download pirata, identificando la violazione di copyright al cospetto dell’utenza come un reato dal quale non è più possibile scappare. Un sistema a tre stadi, una triplice ammonizione che porta ad una vera e propria espulsione: l’utente recidivo viene infatti disconnesso dalla rete e deve pertanto fare a meno di tutte le possibilità relative. Nessuna sanzione pecuniaria, nessun rimborso ai detentori del copyright: il solo obiettivo perseguito è quello di creare una pressione nuova ed importante sull’utenza, affinché rifiuti il P2P e si affidi alle forme legali di accesso alle opere protette da copyright (tanto la musica quanto i film).
Per portare avanti l’attività repressiva è stata istituita una commissione apposita denominata HADOPI (“Haute Autorité pour la Diffusion des Œuvres et la Protection des Droits sur Internet”). Sarà l’HADOPI ad entrare in contatto con gli utenti per comunicare la violazione riscontrata. Secondo le previsioni la commissione sarà in grado di inviare fino a 3000 raccomandate e 10000 email al giorno, qualcosa che potrebbe pesare sulle spalle dei contribuenti fino ad una cifra quantificata da La Stampa in 70 milioni di euro.
Non solo la legge è stata avversata dagli utenti, ma ha trovato anche una evidente opposizione nella forma di una Raccomandazione della Commissione Europea. La Commissione, infatti, ha predicato un atteggiamento lascivo, evitando la repressione come scelta preconcettuale. Togliere l’accesso alla Rete (per un periodo da pochi mesi ad un anno), inoltre, è giudicato dai più come una misura eccessiva e scarsamente formativa. Usare il pugno duro, però, dovrebbe dare i propri risultati: dall’istituzione della HADOPI tramite l’approvazione del famigerato “Art. 2” ci si aspetta infatti una radicale riduzione dell’attività pirata sul territorio francese.
«Un attentato alla libertà pubblica e individuale», «sistema senza precedenti di sorveglianza generalizzata di internet»: così gli oppositori della proposta del Ministro della Cultura Christine Albanel hanno respinto un testo visto come illiberale, severamente sanzionatorio e sproporzionato per quelle che possono essere le violazioni. La legge non è priva di dettagli, relativi tanto ai paradisi fiscali quanto alle autorizzazioni necessarie per procedere con la disconnessione degli utenti. La bozza iniziale dovrà comunque ancora passare ad un vaglio ulteriore nella forma di testo definitivo, dopodiché la legge sarà ufficialmente parte della normativa anti-P2P francese. Si prevede un voto definitivo entro il 9 aprile.