Sebbene non si chiami propriamente “anti-Amazon“, che si tratti nei fatti di una legge contro l’azienda di Jeff Bezos è però cosa del tutto chiara e risaputa: una nuova norma è stata infatti approvata in Francia per mettere alla berlina gli sconti praticati dallo store online, cercando così di avviare una politica protezionista nei confronti delle piccole librerie.
La norma è molto semplice e per molti versi paradossale, ma con un principio di fondo saldo e dalle radici antiche: se si vuole dare ossigeno al mondo dell’editoria libraria occorre proteggerne il mercato dalle eccessive speculazioni sul prezzo. Amazon sta però costruendo la propria fortuna proprio su politiche di prezzo particolarmente aggressive, riuscendo a costruirsi un “quasi-monopolio” (così stato definito dal legislatore transalpino) che in buona misura cresce ai danni di chi invece gestisce il mercato librario sul territorio.
Il contesto non è quello di Kindle e del Kindle Store, ma quello dei libri fisici in carta e inchiostro. La norma è stata approvata con partecipazione bipartizan delle due principali componenti del Parlamento francese ed si presenta nella forma di un emendamento ad una norma del 1981 (firmata Jack Lang) che prevedeva prezzi fissi per il mercato dei libri nuovi. Ai singoli distributori era accordata la possibilità di uno sconto massimo pari al 5%. Quel che l’emendamento non intende accettare, è che Amazon aggiunga al 5% di sconto anche la possibilità di ricevere il volume ordinato a titolo gratuito, offerta che Amazon aveva invece avviato dando una propulsione definitiva alla propria penetrazione sul mercato.
L’emendamento vieta insomma la sommatoria dei due sconti: ove ci sia il 5% previsto per legge, non sarà possibile cumulare anche la gratuità delle spese di spedizione. L’Assemblea Nazionale, con una decisione di questo tipo, scatena però seduta stante fondamentali riflessioni sull’utilità di un protezionismo oltranzista di questo tipo nei confronti del mercato tradizionale poiché la norma va comunque in direzione contraria rispetto agli interessi dei cittadini. L’approccio non è peraltro nuovo: nel 2012 Google era stata sanzionata dal paese transalpino poiché offriva gratuitamente i servizi di Google Maps ai danni di chi, come la Catrographes Bottin, li offriva invece a pagamento.
Nessun commento giunge al momento da Amazon, ove si professa soltanto piena rispondenza con le normative europee in attesa di capire come, se e quando la norma diventerà ufficialmente legge dello Stato.
Aurelie Filippetti è l’ostacolo primo che Amazon dovrà affrontare: il Ministro francese alla Cultura, infatti, ha più volte professato il proprio astio nei confronti del gruppo di Bezos poiché titolare di un monopolio virtuale e simbolo primo delle insidie che gruppi del mondo digitale possono portare al mercato di un paese. La nota polemica circa l’aggiramento dei regimi fiscali europei fa da sostrato alla polemica, rendendola così più sfaccettata e problematica di quanto non possa apparire dopo la pur esplosiva notizia della legge anti-Amazon con cui la Francia ha dichiarato apertamente guerra al gruppo.