Franco Bernabè, ex presidente di Telecom Italia, ha deciso di tagliare totalmente i ponti con il mondo delle Tlc. Dopo essersi, come noto, dimesso dalla carica di presidente di Telecom Italia a seguito delle polemiche sull’acquisizione del controllo del gruppo italiano da parte di Telefonica, ha deciso di lasciare anche la presidenza della Gsma, cioè l’associazione che raccoglie gli oltre 800 operatori mondiali e che si occupa di promuovere lo sviluppo della telefonia mobile.
Come previsto dallo statuto dell’associazione, a prendere pro tempore il posto di Franco Bernabè sarà l’attuale vice presidente di Gsma e cioè Jon Fredrik Baksaas, presidente e CEO dei Telenor Group. L’associazione provvederà in un secondo momento ad organizzare l’elezione del nuovo presidente convocando tutti i membri. La nomina, fa sapere la Gsma, dovrebbe avvenire presumibilmente entro il mese di novembre. Anne Bouverot, direttore generale e componente del Board, ha espresso un forte ringraziamento a nome dell’intero consiglio di amministrazione per l’impegno profuso da Franco Bernabè negli ultimi 3 anni alla guida della Gsma.
A nome dell’intero consiglio di amministrazione di Gsma vorrei esprimere la nostra profonda gratitudine a Franco per la sua leadership e il suo impegno in questi ultimi tre anni. Franco, è stato appassionato sostenitore di un approccio collaborativo e che guarda al futuro nel fronteggiare le sfide della nostra industria. È stato un privilegio lavorare con lui. Adesso non vedo l’ora di lavorare con Jon Fredrik, con il nostro Board e con i nostri membri per garantire servizi digitali semplici e sicuri per gli uomini e le donne in tutto il mondo
Franco Bernabè lascia la Gsma in un periodo molto delicato per la telefonia mobile. Si pensi per esempio alla decisione dell’Unione Europea di voler applicare il roaming zero per le telefonate all’estero, opzione mal vista dai gestori per i mancati introiti che ne deriverebbero in un momento di così forte crisi economica. Ma si pensi anche al mercato delle Tlc europeo oggi in forte crisi con gli operatori europei possibili prede di player esteri.