Free Software Foundation Europe (FSFE) e Open Forum Europe (OFE) hanno sottoscritto una lettera indirizzata a Giancarlo Vilella, Presidente del DG ITEC (Directorate-General for Innovation and Technological Support), per chiedere all’Unione Europea e alla Commissione Europea di appoggiare l’adozione degli standard aperti. Oggi, le istituzioni europee sono “schiavi” di Microsoft e dei suoi prodotti. Ciò impedisce agli utenti che usano software free di seguire le discussioni in tempo reale, in quanto lo streaming video sfrutta tecnologie proprietarie. Discorso analogo sulla libera circolazione dei documenti, resa impossibile dall’uso di Office.
Nel giorno in cui viene celebrato il Document Freedom Day, le due organizzazioni hanno chiesto alle istituzioni europee di dare il buon esempio a tutte le amministrazioni pubbliche del vecchio continente, cercando soluzioni tecniche e adottando formati standard che possano consentire ai cittadini di partecipare attivamente ai lavori del Parlamento, del Consiglio e della Commissione. Il primo problema riguarda l’infrastruttura per lo streaming video. Attualmente è possibile seguire le discussioni solo utilizzando Windows, in quanto vengono usati Media Player e Silverlight, due software Microsoft. Nel 2008, il Parlamento aveva avviato lo sviluppo di un nuova piattaforma basata su standard aperti, ma quel progetto è finito nel dimenticatoio.
Ancora più grave la decisione di legarsi strettamente all’azienda di Redmond, utilizzando il formato OOXML (Office Open XML) per lo scambio dei documenti, invece di ODF (Open Document Format), nonostante la stessa Commissione Europea avesse evidenziato l’eccessiva dipendenza da un singolo fornitore di software da ufficio (Microsoft). Il Comitato Inter-istituzionale per l’Informatica (CII) ha giustificato la scelta, dichiarando che «OOXML è più diffuso di ODF e la situazione non cambierà nei prossimi anni». In realtà, molte amministrazioni pubbliche hanno già scelto software open source, come LibreOffice, per garantire la massima trasparenza agli utenti e sopratutto ridurre i costi di licenza.
FSFE e OFE sperano che la situazione cambi in futuro. Entrambe hanno offerto il loro contributo per cercare la soluzione migliore e guidare le istituzioni europee verso la scelta più idonea.