Non c’è notizia, c’è solo una opinione. Ed una opinione non meriterebbe forse attenzione se non fosse che viene dal Financial Times e che la comunità degli investitori la accoglie come un presagio spingendo immediatamente verso l’alto le azioni dei gruppi interessati. Trattasi di una sorta di ritorno di fiamma: e se Microsoft comprasse Yahoo?
Nell’articolo non v’è traccia di indizi o di ipotesi. Semplicemente v’è la valutazione di una mossa che, tra mille difficoltà, potrebbe però rivelare un potenziale altissimo soprattutto nell’ottica della concorrenza a Google. La tesi che sostiene il tutto si basa sul fatto che l’unione dei due gruppi assomma al 42% delle query composte negli Stati Uniti contro il 44% di Google (dati Comscore). Improvvisamente, da un giorno all’altro, il leader dei motori di ricerca si troverebbe tallonato come non succedeva da tempo e la situazione potrebbe avere risvolti poco prevedibili.
I rischi sono ingenti. Innanzitutto è da valutare l’eventuale comportamento degli utenti di fronte ad una fusione dei due brand. Rimane da valutare anche la reazione delle istituzioni, in quanto il settore verrebbe imbrigliato in un duopolio che lascia ben poco spazio alla concorrenza. Difficile, infine, soppesare i pro ed i contro di una acquisizione che comporterebbe gravi difficoltà anche all’interno dei due gruppi: la situazione non sarebbe gestibile con facilità.
L’editorialista parla di possibilità, di opportunità, e riassume il tutto con un termine che forse riassume meglio di ogni altro la situazione: tentazione. L’assunto è che Microsoft ha speso molto in ricerca e sviluppo, ma se la sua strategia non andasse a buon fine l’enorme afflusso di denaro del gruppo potrebbe essere direzionato all’acquisizione di un qualcosa che in proprio potrebbe eventualmente non essere stato possibile ricreare. Insomma, in questo caso «la tentazione di comprare nuovi utenti potrebbe essere irresistibile».