La US Federal Trade Commission ha pubblicato i risultati di una indagine telefonica condotta tra gli adulti resistenti negli Stati Uniti e mirata a stabilire la percentuale di persone colpite da furti di identità perpetrati tramite il computer. I risultati sono sorprendenti: nel corso del 2005 sono stati sottratti dati personali a ben 8,3 milioni di americani (il 3,7 percento della popolazione adulta). Tra le vittime, 3,2 milioni di persone (l’1,4 percento degli adulti) hanno scoperto un utilizzo non autorizzato della loro carta di credito mentre 3,3 milioni hanno avuto a che fare con il furto di account non relativi alla loro carta. 1,8 milioni di vittime (lo 0,8 percento) hanno scoperto l’apertura di nuovi account a loro nome o frodi commesse utilizzando le loro informazioni personali.
«Che siate di Malibu, Manhattan, Tacoma o Tallahassee, nessuno è immune al furto di identità», ha affermato Lydia B. Parnes, direttore della Bureau of Consumer Protection di FTC. «La cosa importante è che le persone imparino come evitare i furti di identità, come scoprire le attività sospette ai danni delle loro finanze e come difendersi contro tali crimini».
La perdita di denaro associata a tale tipologia di furti varia considerevolmente a seconda dei casi: la ricerca ha stimato un guadagno da parte dei ladri di identità di circa 500 dollari per quanto concerne beni e servizi ottenuti utilizzando le informazioni personali delle vittime; nel 10% dei casi, tale somma sale a circa 6.000 dollari. Per quanto riguarda le spese che le persone hanno dovuto sostenere di tasca propria per venire incontro all’accaduto, in più di metà dei casi sono risultate irrilevanti, mentre un 10% delle vittime ha dovuto sostenere una spesa di 1.200 dollari o superiore. La perdita di tempo sostenuta dalle vittime per risolvere la situazione è stata mediamente di quattro ore, anche se un 10% ha dichiarato di aver dovuto impiegare da 55 a 130 ore. I problemi per chi subisce un furto di identità vanno anche oltre i beni sottratti o le spese sostenute. Gli effetti collaterali più riscontrati dal 36% delle vittime sono stati: domande da parte degli esattori, diniego di un nuovo credito, l’impossibilità di utilizzare le carte di credito, difficoltà nell’ottenere un prestito, l’essere soggetti di investigazioni criminali o in alcuni casi anche l’arresto.
Il 17% delle vittime ha riferito che i loro dati sono stati utilizzati per aprire un nuovo account telefonico (sia per il telefono fisso che mobile) oppure relativo ad una nuova carta di credito. L’85% di coloro i quali hanno subito il furto ha riportato un uso improprio dei loro account già esistenti relativi a carte di credito, telefonia, internet, email e assicurazioni mediche. Il 12% ha invece scoperto un uso non autorizzato dei propri dati sensibili in modalità differenti: il 5% ha riportato come i propri dati siano stati forniti alla polizia una volta catturato il colpevole o collegati a crimini, un 3 percento delle vittime ha scoperto che il ladro d’ identità aveva utilizzato il loro nome per ottenere cure mediche, mentre un 1% ha visto i colpevoli sfruttare i loro dati per affittare una casa o ottenere un lavoro.
Circa il 40% delle vittime a cui erano stati sottratti i dati relativi ad account già esistenti hanno scoperto l’accaduto entro una settimana. Un quarto delle persone a cui erano stati creati nuovi acconti o a cui erano state perpetrate altre frodi, hanno invece impiegato anche sei mesi prima di individuare il problema.
«I consumatori hanno ottimi strumenti a disposizione per difendersi contro i ladri di identità», ha dichiarato Parnes. Presso l’FTC è possibile trovare la pubblicazione “To Buy or Not To Buy: Identity Theft Spawns New Products and Services To Help Minimize Risks“, in grado di aiutare i consumatori a valutare ogni situazione sospetta.