Lisbona è la location scelta da Fujifilm per l’evento eXperience 2018, occasione perfetta per inaugurare un nuovo segmento della gamma X con l’arrivo del modello X-H1. Una mirrorless che si pone l’obiettivo dichiarato di soddisfare sia le esigenze dei fotografi sia quelle dei videomaker. Abbiamo avuto modo di testarla per un’intera giornata, sperimentando le sue potenzialità in scenari e situazioni differenti. Sebbene una dozzina di ore non siano sufficienti per trarne un giudizio completo, esaustivo e definitivo, una cosa è certa: la nuova X-H1 fa della versatilità uno dei suoi principali punti di forza.
Fujifilm X-H1: primo contatto
La fascia di prezzo (1.939,99 euro al lancio per il solo corpo macchina) la colloca tra i dispositivi destinati a un target prevalentemente professionale, ma anche il fotoamatore più esigente e chi non vuol rinunciare alle prestazioni e predilige il formato APS-C può trovare in questo modello ciò che sta cercando. Lo stesso vale per chi arriva dal mondo reflex: le mirrorless oggi offrono un’alternativa più che valida, avendo colmato le lacune che inizialmente penalizzavano la categoria (l’assenza di un mirino ottico su tutte, con ciò che ne consegue). Dopotutto, a dimostrarlo sono i dati di vendita: sempre più fotografi scelgono una compatta a ottiche intercambiabili.
Torniamo a porre il focus sulla X-H1. L’abbiamo testata in quattro workshop, accompagnati da altrettanti professionisti: registrazione video (João Carlos), danza (Agathe Poupeney), ritratto (Szymon Szczesniak) e wedding (Riccardo Spatolisano). Come già detto, abbiamo trovato nella fotocamera un dispositivo in grado di adattarsi a ogni scenario, grazie anche alla possibilità di contare sulle ottiche della gamma X. L’inedito sistema IBIS per la stabilizzazione funziona come promesso anche in condizioni di scarsa illuminazione. Ci è inoltre parsa molto buona la tenuta a ISO elevati.
Lo stesso vale per la tecnologia AF a bordo, che garantisce rapidità d’esecuzione e tracking del soggetto anche nelle situazioni più complesse. Per questo motivo nel target di Fujifilm ci sono coloro che cercano il giusto equilibrio tra prestazioni e compattezza per la fotografia sportiva.
Ottima la risposta del mirino elettronico: la scheda tecnica parla di un lag pari a 0,005 secondi, ma a conti fatti risulta davvero difficile accorgersi del ritardo. Notevole anche la silenziosità in fase di scatto, che pone la fotocamera tra le scelte consigliate a chi deve operare senza recare alcun disturbo, si pensi ad esempio a uno spettacolo in teatro oppure a una cerimonia.
Portandola con noi per un’intera giornata siamo arrivati a scattare circa 300 immagini e ad acquisire una decina di filmati: delle tre batterie presenti nel Vertical Power Booster ne abbiamo esaurita circa una e mezza. Va detto che, a fronte di un’autonomia estesa e un incremento prestazionale (sia nell’autofocus sia in modalità raffica), l’ingombro inevitabilmente aumenta e in accoppiata con un’ottica “importante” il setup diventa impegnativo. I filmmaker troveranno nell’unità aggiuntiva anche la possibilità di estendere a 30 minuti la durata massima delle registrazioni video in 4K e un’uscita jack audio (assente sul corpo macchina).
X-H1 costituisce l’ennesima dimostrazione di come il segmento mirrorless sia in continua evoluzione: una categoria che fino a qualche tempo fa vedeva nella compattezza del corpo macchina il suo unico valore aggiunto rispetto alle reflex, ma che oggi ha quasi completamente colmato il gap prestazionale che la penalizzava. Il lancio ribadisce l’intenzione, per Fujifilm, di essere protagonista in un settore sempre più importante, confermando altresì la tendenza che vede dispositivi nati per operare entro i confini della fotografia soddisfare anche l’appetito di coloro che desiderano una soluzione versatile per l’acquisizione video. Tutto in un solo corpo macchina.