Dopo la descrizione in pillole nel giorno del suo lancio ufficiale sul mercato italiano, riprendiamo l’analisi della X-Pro 3 che abbiamo toccato con mano durante l’evento Fujifilm organizzato a Milano allo scopo.
Innanzitutto dobbiamo sottolineare come questa mirrorless serie X dall’impostazione e dallo stile retrò, giunta alla sua terza generazione, adotti tutte le ultime tecnologie messe in campo dal costruttore giapponese viste prima sulla X-T3 e poi sulla X-T30 (sensore X-Trans CMOS 4 retroilluminato da 26,1 MP e e processore d’immagine X-Processor 4).
Il design riprende quello del modello originario presentato nel gennaio del 2012 con l’aggiunta di un raffinato livello di finitura. L’esterno del corpo è infatti realizzato in titanio, che conferisce alla fotocamera una grande durezza e resistenza alla corrosione. La versione Black combina il titanio con un rivestimento di alta qualità che gli conferisce un aspetto elegante; sono disponibili inoltre le versioni DR Black e DR Silver. La struttura interna è invece realizzata in lega di magnesio.
Il corpo macchina presenta dimensioni abbastanza generose – 140,5 x 82,8mm x 46,1 mm – ma un peso contenuto in soli 497 gr. grazie appunto ai materiali pregiati con cui è realizzata. La presa è buona ma non eccezionale, poiché la sagomatura dell’impugnatura non è molto pronunciata e quindi anche il grip un po’ ne risente. Per fortuna è acquistabile a parte l’impugnatura MHG-XPRO3 che migliora la maneggevolezza della fotocamera, soprattutto quando si utilizzano obiettivi pesanti e luminosi.
La resistenza agli agenti atmosferici è garantita dalla presenza di numerose guarnizioni nei punti strategici, ben 70, che garantiscono la massima tenuta a polvere e umidità. La fotocamera è anche in grado di funzionare a temperature fino a -10° C, consentendo ai fotografi più estremi di non doversi preoccupare delle condizioni meteo avverse.
Mirino ibrido avanzato e monitor ribaltabile
L’aspetto che da sempre caratterizza le Fujifilm X-Pro è il mirino ibrido, qui nella nuova versione Advanced Hybrid Viewfinder basato su un pannello organic EL. Ricordiamo che con il mirino ibrido gli utenti possono alternare tra quello ottico (OVF), che fornisce una visione naturale del soggetto senza alcun ritardo, e quello elettronico (EVF), che consente di controllare l’esposizione e molti altri parametri mentre si scatta. La commutazione dall’uno all’altro avviene mediante la classica levetta posta in prossimità della ghiera anteriore.
Il mirino OLED della X-Pro3 ci ha sorpreso non soltanto perché è ampio, luminoso (1500 cd/m2), ad elevatissima risoluzione (3,69 Mpixel) e in grado di coprire il 97% dello spazio colore sRGB, ma anche perché è privo di qualsiasi effetto scia se usato nella modalità “Priorità di uniformità" in cui un fotogramma nero viene inserito dopo ciascun frame a circa 100 fps per offrire un aspetto più uniforme con un minore effetto di immagine residua, offrendo una frequenza di aggiornamento equivalente di circa 200 fps. Tale opzione è consigliata quando si scattano foto di soggetti in rapido movimento.
Il monitor LCD touch inclinabile ad alta risoluzione da 1,62 Mpixel può ruotare di circa 180 gradi consentendo di scattare agevolmente dall’altezza cintura o a livello del suolo. Offre un ampio angolo di visione e un contrasto elevato con una riproduzione del colore naturale per una visione confortevole e di alta qualità.
La funzionalità del menu rapido “Q” è stata migliorata. Ora si può scegliere il numero di icone da visualizzare tra 16, 12, 8 o 4 ed è stata aggiunta la nuova opzione di sfondo “Trasparente”, che permette di cambiare le impostazioni senza perdere d’occhio l’inquadratura.
Decisamente originale e vintage l’idea di adottare un secondo monitor LCD posteriore a colori da 1,28", protetto da un vetro temperato, che visualizza le impostazioni di scatto indipendentemente dal fatto che la fotocamera sia accesa o meno; un’idea che richiama la finestrella che veniva utilizzata sul dorso delle reflex analogiche per ricordare al fotografo quale era la pellicola utilizzata.
Questo schermo può essere impostato appunto nella modalità Classica che visualizza simulazione pellicola, bilanciamento del bianco e altre impostazioni dell’immagine, oppure nella modalità Standard per visualizzare la velocità dell’otturatore, la sensibilità ISO, il numero di fotogrammi rimanenti e altre impostazioni di scatto in semplici numeri e icone.
L’idea sarà senz’altro apprezzata dai nostalgici dell’analogico, tuttavia il fatto di non poter rivedere tramite monitor l’immagine appena scattata se non ribaltandolo completamente risulta un po’ scomoda. Ma, si sa, la X-Pro3 non è una macchina Point & Shoot. E’ una macchina per appassionati che si dedicano alla fotografia anche per trarre piacere dal mezzo che utilizzano per riprendere le loro immagini.
La potenza del processore d’immagine di quarta generazione
…si può sperimentare già dall’efficacia dell’autofocus ibrido di cui è dotata. Ottimizzato per le condizioni di scarsa illuminazione (-6 EV) e durante il rilevamento di soggetti in rapido movimento, offre prestazioni addirittura superiori a quelle già ottime della X-T3 e X-T30. Il numero di pixel a rilevamento di fase sul sensore immagine è di 2,16 milioni, un numero di circa 4 volte superiore rispetto a quello presente nei modelli dotati di X-Trans CMOS III, mentre quelli a rilevamento di contrasto sono 425. L’unico limite nella velocità di MAF è rappresentato dall’utilizzo di particolari obiettivi, per esempio il Fujinon XF56mm F1.2 R APD, che per ragioni tecniche non è in grado di sfruttare il sistema ibrido ma solo a rilevamento di contrasto.
Per la prima volta nella Serie X, questo modello adotta una funzione di limitatore del campo AF che fino ad ora era disponibile solo su un numero limitato di obiettivi. È possibile selezionare tra due valori preimpostati o utilizzare l’anello di messa a fuoco per specificare qualsiasi intervallo.
Finalmente, dopo tanti anni, disponibile su una Fujifilm di fascia alta l’HDR, che si aggiunge al noto DRO.