Un comunicato stampa proveniente dall’Associazione Italiana Internet Provider rappresenta l’ultima puntata in ordine cronologico di una serie di lettere aperte che vedono al centro dell’attenzione Telecom Italia e la sua posizione rispetto al mercato ed alla concorrenza. Prima di giungere al fermo comunicato dell’ufficio stampa AIIP bisogna però ripercorrere brevemente l’intero percorso.
Tutto inizia con una dichiarazione di Romano Prodi il quale vede in Eni, Enel, Autostrade, Mediaset e Telecom altrettanti monopoli resi possibili da autorità di controllo che lasciano uno spazio troppo ampio e lontano dai canoni europei. «Tutte imprese che lavorano su tariffe» ha chiosato Prodi nella sua denuncia rivolta ad una Italia che vive «all’ombra dei monopoli» precitati.
La reazione di Telecom Italia è affidata ad una lettera aperta pubblicata dal Corriere della Sera e redatta comunitariamente dagli amministratori indipendenti dell’azienda i quali respingono in toto le accuse: «le affermazioni, se corrispondenti al vero, sarebbero gravi per gli azionisti, il mercato e, più in generale, la comunità tutta. Ma fortunatamente così non è». La lettera indica in Microsoft, Google e eBay i nuovi concorrenti di Telecom Italia e «in secondo luogo va sottolineato con forza che il quadro regolatorio in cui opera Telecom Italia non ha una connotazione prevalentemente nazionale, ma è al contrario quello definito a livello europeo a partire dalla liberalizzazione del settore iniziata nel 1998».
La lettera continua giudicando non gravi le posizione di dominio sul mercato nazionale nel momento in cui «sono accompagnate da calo dei prezzi e nuovi servizi». Respinta l’ipotesi di condizionamento di Agcom («particolarmente inappropriata»), respinta l’ipotesi del monopolio («TI ha subito una radicale trasformazione e non ha più nulla a che fare con il monopolio di un tempo […] l’immagine di un vecchio monopolista che vive all’ombra della protezione delle autorità è lontana anni luce dalla realtà»).
Nelle ultime ore è infine giunta la reazione stizzita di AIIP: «a riprova che le maglie della regolamentazione sono troppo ampie in Italia, basta ricordare che negli ultimi 10 anni Telecom Italia è stata condannata per violazione della normativa antitrust 9 volte dalla sola Autorità Garante della Concorrenza. Se la regolamentazione funzionasse non ci sarebbe ragione di interventi a posteriori da parte dell’autorità Antitrust […] I provvedimenti europei del 2000 che sancivano il principio di orientamento al costo nel mercato della larga banda per gli operatori non sono mai stati recepiti».