“Il machine learning cambierà il mondo”. Così affermava Google qualche mese fa, facendo riferimento alle enormi potenzialità legate ai sistemi di intelligenza artificiale. Una delle realtà più attive in questo ambito è senza dubbio DeepMind, divisione del gruppo di Mountain View che ha già mostrato le proprie abilità con progetti di vario tipo: dalla lettura del labiale alla sintesi vocale solo per fare un paio di esempi.
In futuro l’IA arriverà ad occuparsi di problemi che oggi possono sembrare ostacoli insormontabili, a beneficio della collettività. Potrà fornire un aiuto importante nel campo della medicina, nello studio dei cambiamenti climatici o nel favorire l’accesso a risorse di primaria importanza come l’acqua o il cibo. Ne ha parlato Mustafa Suleyman, amministratore delegato di DeepMind, nel corso dell’evento TechCrunch Disrupt 2016 in corso a Londra. Il CEO parte dalle origini della sua squadra, sottolineando che l’idea iniziale è rimasta invariata, sintetizzandola in una frase tanto semplice quanto chiara e comprensibile.
Abbiamo fondato l’azienda sulla premessa che molti dei nostri complessi problemi sociali diventeranno sempre più gravosi.
In merito ai rapporti tra DeepMind e Google, Suleyman si limita a ribadire che il suo team continua ad operare in maniera indipendente, pur potendo contare sul supporto del gruppo di Mountain View. Di recente la società ha siglato un accordo di collaborazione con il National Health Service nel Regno Unito per mettere le potenzialità del machine learning al servizio della ricerca medica, analizzando le cartelle cliniche dei pazienti potenzialmente soggetti a infezione renale acuta per effettuare una diagnosi preventiva e tempestiva della patologia.
Questo è solo l’inizio: in futuro l’IA offrirà soluzioni avanzate, efficaci, strutturate sulle modalità che regolano il processo cognitivo dell’essere umano, costituite da algoritmi in grado di imparare e migliorare autonomamente le proprie abilità, di crescere per soddisfare bisogni ed esigenze sempre più complesse.