Da non confondere con gli scacciapensieri di siciliana memoria, gli schiacciapensieri sono una serie di videogiochi portatili prodotti dalla Nintendo tra il 1980 e il 1991.
L’inventore, l’ingegnere giapponese Gunpei Yokoi, che già nel cognome aveva un qualcosa di ludico, ebbe la geniale intuizione di passare dal sistema precedentemente usato per i videogiochi portatili, il LED, alla tecnologia LCD, cioè i cristalli liquidi.
Gli schiacciapensieri, così ribattezzati e distribuiti in Italia dalla Polistil, erano conosciuti in tutto il mondo come Game&Watch (gioco e orologio, era incorporato) ed ebbero all’inizio degli anni ’80 un successo strepitoso che dal Giappone li portò ad invadere tutto il mondo.
Della grandezza di una calcolatrice, come detto con lo schermo LCD, avevano nelle prime edizioni due pulsanti di azione più il pulsante GameA/GameB per definire la difficoltà di gioco. Funzionavano con le pile da orologio.
La serie originale contava 59 giochi a partire dal primo “Ball” inventato nel 1980 per arrivare ai vari “Donkey Kong”, “Popeye”, “Snoopy”. Il Game&Watch dal modello base si trasformò in wilde screen e multi screen, fino ad arrivare ai giochi a colori e a versioni sempre più sofisticate.
Non erano solo dei videogiochi portatili, nella loro semplicità erano puro divertimento senza impegno, non so se “schiacciassero” i pensieri, come affermava il loro nome in italiano, ma erano sempre lì, pronti a regalarti qualche minuto di spensieratezza istantanea.
Oggi i pensieri sono altri, così come i videogiochi portatili, ma il regno del vintage tecnologico ha incoronato gli schiacciapensieri come vero oggetto di culto, e solo un post non basterebbe a raccontarvi tutto quello che ci sarebbe da dire.