Nuova multa per Facebook che arriva, questa volta, dal Garante privacy italiano. Con una nota sul suo sito ufficiale, il Garante ha comminato una multa di un milione di euro per gli illeciti compiuti nell’ambito del ben noto scandalo di “Cambridge Analytica“. Si parla, ovviamente, della nota applicazione sviluppata ufficialmente per effettuare test psicologici e che aveva avuto accesso ai dati di ben 87 milioni di utenti del social network. Dati che poi erano stati riutilizzati per tentare di influenzare le elezioni presidenziali americane del 2016.
La multa del Garante è stata comminata in base al vecchio Codice Privacy e fa seguito al provvedimento del gennaio di quest’anno con il quale l’Autorità aveva vietato a Facebook di continuare a trattare i dati degli utenti italiani. Era stato, infatti, accertato che 57 italiani avevano scaricato l’app Thisisyourdigitallife attraverso la funzione Facebook login e che, in base alla possibilità consentita da questa funzione di condividere i dati degli “amici”, l’applicazione aveva poi acquisito i dati di ulteriori 214.077 utenti italiani, senza che questi l’avessero scaricata, fossero stati informati della cessione dei loro dati e avessero espresso il proprio consenso a questa cessione.
Anche se poi questi dati non era stati inviati a Cambridge Analytica, la comunicazione da parte di Facebook dei dati alla app era avvenuta in maniera non conforme alla normativa sulla privacy.
Già nello scorso marzo 2019, il Garante aveva contestato a Facebook le violazioni della mancata informativa, della mancata acquisizione del consenso e del mancato idoneo riscontro ad una richiesta di informazioni ed esibizione di documenti. Per queste violazioni, il social network aveva pagato una sanzione di 52 mila euro.
Tuttavia, poiché, le violazioni su informativa e consenso erano state commesse in riferimento ad una banca dati di particolare rilevanza e dimensioni, fattispecie questa per la quale non è ammesso il pagamento in misura ridotta, il Garante ha applicato anche una sanzione di 1 milione. Per calcolare il valore della sanzione, l’Autorità, oltre a valutare l’imponenza del database, ha preso in considerazione anche le condizioni economiche di Facebook e il numero di utenti mondiali e italiani della società.