Il Garante Privacy ha stabilito le indicazioni che Google dovrà seguire al fine di scattare immagini a 360 gradi dei luoghi italiani, all’interno dell’iniziativa definita “Special Collects“, ovvero quella che prevede l’impiego di attrezzatura fotografica come il Trekker o il Trike, rispettivamente uno zaino da 18 Kg equipaggiato con 15 obiettivi e un veicolo a tre ruote in grado di catturare foto panoramiche da caricare poi nel database del servizio Street View.
Apparecchi di questo tipo sono impiegati dal gruppo di Mountain View per immortalare luoghi non raggiungibili dalle tradizionali Google Car, come siti archeologici, parchi, musei o spiagge. Nella richiesta inviata al Garante, bigG ha affermato che nelle location ad accesso limitato le registrazioni saranno effettuate durante l’orario di chiusura, così da limitare il più possibile le riprese dei visitatori. In altre aree, invece, saranno scelti i momenti in cui è meno probabile incontrare passanti, i cui volti o altri particolari identificativi (come le targhe dei veicoli) saranno comunque oscurati al fine di tutelarne la privacy. L’Autorità ha imposto all’azienda californiana l’obbligo di adottare misure semplificate per informare i soggetti inquadrati delle riprese in corso.
Turisti, passanti, visitatori di musei e aree naturali dovranno essere informati che Google sta effettuando delle riprese sul posto per pubblicarle con il nuovo servizio “Google Special Collects”. Notizie dettagliate sull’attività dovranno essere preventivamente diffuse anche su Internet e presso i luoghi di interesse. Dovranno essere resi riconoscibili i “trekker” che trasportano le apparecchiature fotografiche sullo zaino.
In particolare, Google dovrà necessariamente pubblicare informazioni riguardanti i luoghi interessati sulla versione italiana del proprio sito nei tre giorni antecedenti all’inizio dell’attività. Informazioni dettagliate saranno diramate già con sette giorni di anticipo anche su altri portali e, se esistenti, all’interno di newsletter o comunicati dei propri partner, ovvero degli enti o delle strutture coinvolti nel programma.
Nei luoghi ad accesso controllato, Google o i suoi incaricati dovranno provvedere a informare le persone interessate (anche attraverso appositi avvisi o cartelli affissi all’ingresso dei siti) della imminente registrazione delle immagini, in modo da consentire ai visitatori di esercitare il diritto a non venire inquadrati.
Il Garante Privacy ha inoltre stabilito l’obbligo di formare gli addetti ai lavori circa la normativa sulla protezione dei dati personali e di dotare gli operatori di adesivi o altri segni distintivi ben visibili, da applicare sull’abbigliamento e sulle attrezzature. Questo, ovviamente, per segnalare nel modo più chiaro possibile che si stanno acquisendo immagini da pubblicare successivamente su Google Maps, all’interno della piattaforma Street View.