Apple perde l’appello sulla decisione dell’Antitrust in merito alle garanzie: anche in questa seconda tornata giudiziaria, infatti, è stato stabilito che Cupertino deve adeguarsi alle normative italiane e fornire due anni di assistenza gratuita al cliente. Ma non è tutto, perché ad essere confermata è anche la maxi multa da 900.000 euro.
Dopo la sentenza dello scorso dicembre, dove sono stati rinvenuti due comportamenti scorretti di Apple in merito alle garanzie, ovvero la negazione del biennio di protezione previsto per legge e la sottoscrizione di contratti AppleCare a pagamento nonostante i termini gratuiti imposti, la Mela è ricorsa al Tar del Lazio per richiedere la sospensione della pena. Apple Italia, Apple Sales International e Apple Retail Italia, infatti, sostengono di aver provveduto immediatamente a rinnovare i materiali informativi – così come le confezioni diApple Care – seguendo le indicazioni dei giudici, ritenendo però la sanzione pecuniaria ingiustificata.
Il Tar, tuttavia, ha accolto solo una delle tante richieste di Apple, ovvero la sospensione per 90 giorni per permettere l’adeguamento di confezioni e materiale informativo già prodotto, mentre non ravvede alcun vizio di giudizio nella decisione dell’Antitrust:
«Le valutazioni espresse al riguardo dall’autorità non sembrano, alla sommaria delibazione propria della fase cautelare, affette dai denunciati vizi, apparendo in particolare l’informazione circa la garanzia biennale non chiaramente né adeguatamente veicolata attraverso i canali informativi della società».
Uscire da questo inghippo legale sarebbe stato difficile per Apple, quasi fantascientifico, considerando come l’infrazione dei termini di legge sia stata per lungo tempo palese, così come anche hanno riconosciuto 12 associazioni dei consumatori sparse per l’Europa. Pur essendo consapevole di dover fornire due anni di garanzia, Cupertino ha finto innanzi ai propri clienti, insistendo sulla durata di un anno per spingere l’acquisto dell’assistenza a pagamento di AppleCare. Il provvedimento – è utile ricordalo – non vuole deliberatamente screditare l’azienda, bensì proteggere i numerosi consumatori: anche quando è un colosso come Apple sbagliare, è giusto che si paghi. Volendo essere maligni, infine, cosa saranno mai 900.000 euro per una società con 97,6 miliardi di dollari nelle proprie tasche?