Secondo un’indagine Gartner ben il 40% dei pc di fascia desktop acquistati con sistema operativo Linux pre-installato vengono in seguito modificati per ospitare una copia pirata di Windows. Addirittura il dato raddoppia nei mercati emergenti, ove Linux gode di maggiori favori e la pirateria si configura come un fenomeno ben radicato.
Gartner sottolinea inoltre alcuni dei fattori che portano al fenomeno descritto. Innanzitutto va evidenziato come il prezzo di un sistema operativo Windows, pur rimasto costante negli anni, in 10 anni ha più che raddoppiato la propria incidenza sul prezzo totale della macchina acquistata. Ne consegue che, per mantenere un certo livello di introiti su pc dal prezzo in tendenziale calo, i rivenditori hanno optato per una maggiore pressione verso l’installazione di Linux.
Il successivo uso di copie pirata di Windows, però, ha mitigato non poco i dati di diffusione di Linux: attualmente il pinguino risulta installato su poco più dell’1% dei pc di fascia Desktop e, nonostante una tendenza in crescita, non si prevedono grandi rivoluzioni. Nella fattispecie, nel 2008 è prevista una vendita di 7 pc su 100 con installato Linux, ma solo il 2.6% del totale avrà infine un uso effettivo su piattaforma open source.
Gartner sottolinea inoltre come i progetti governativi di un passaggio a Linux siano da tempo meri progetti privi di attuazione, ed alcune difficoltà non secondarie limiterebbero altresì anche le prospettive di un’estensione del pinguino in ambito desktop.
XP Starter Edition (versione “mini” di Windows XP distribuita in Malaysia, Indonesia e Thailandia), versione inizialmente criticata da Gartner per la possibilità che tale release favorisse la tendenza alla pirateria, è ora fotografata dal nuovo report come il tentativo strategico di limitare la vendita di pc con Linux sostituendo al nemico una versione “light” del proprio sistema operativo.