Una piccola dichiarazione di Bill Gates raccoglie una serie di significati che ben contestualizzano l’ambito in cui nasce il computer a manovella ideato da Nicholas Negroponte. Bill Gates fin dall’inizio aveva manifestato gravi dissapori con il progetto portato avanti presso il MIT e con le ultime parole intrise di ironia le posizioni si sono fatte quantomai distanti.
Il guru Microsoft, noto peraltro per la propria importante attività filantropica, ha respinto il piccolo laptop sotto ogni punto di vista: bocciata la manovella, bocciata la carenza di capacità d’archiviazione, bocciato lo schermo piccolo. Bocciate, probabilmente, soprattutto le aziende che appoggiano il progetto in quanto Google e Linux (partner OLPC) sono due poli estremamente in competizione proprio con il gruppo di Redmond.
Per Microsoft è stata l’occasione per presentare nuovamente al pubblico il proprio piccolo Ultra Mobile Pc, un accessorio per certi versi simile al laptop di Negroponte ma estremamente più performante quanto proporzionalmente più caro. L’incomunicabilità tra Negroponte e Gates sembra dunque essere strutturata soprattutto a livello di principio in quanto vengono messi in competizione strumenti dichiaratamente diversi, destinati a mercati opposti ed impossibili dunque da omologare in un confronto logico ed accettabile.
Il progetto One Laptop Per Child (OLPC) è al momento in fase di sviluppo e dovrebbe entro breve iniziare la distribuzione dei pc a manovella presso i primi paesi allineatisi al programma. Se i principi morali che sottendono al progetto sono ben più opinabili di quanto il valore filantropico dell’iniziativa non possa lasciar supporre, l’offensiva di Gates appare dettata più da necessità di mercato che non da una reale analisi tecnica del prodotto.