Provando ad ipotizzare le future evoluzioni del settore mobile si è naturalmente portati a pensare a dispositivi più potenti, dalle dimensioni ancora più compatte, in grado di offrire funzionalità sempre più smart e onnipresenti nella vita delle persone. La visione di ciò che verrà offerta da Genevieve Bell (nell’immagine di apertura), Intel Fellow e antropologa, è però ben diversa: non sarà soltanto la tecnologia a plasmare il settore legato alla mobilità, ma ogni essere umano.
La tecnologia della mobilità sta trasformando la società umana da molti secoli. In futuro saremo influenzati non solo dalle dimensioni sempre più miniaturizzate della tecnologia informatica in base alla Legge di Moore, ma anche dalla crescita della popolazione globale. La nostra ispirazione dovrebbe scaturire non solo dall’invenzione di nuovi componenti tecnologici, ma anche dalle esigenze e dai desideri delle persone. Non stiamo delineando un unico futuro, ma sette miliardi di futuri e oltre.
È questo un estratto dall’intervento di Bell in occasione dell’Intel Developer Forum. La tecnologia del futuro dovrà rispondere a quattro esigenze principali: essere personale, liberare le persone, aiutarle a vivere intensamente ogni momento e permettere loro di migliorarsi. Traguardi che sembrano avere poco a che fare i prodotti e con i servizi offerti oggi, ma che potranno tradursi concretamente in dispositivi indossabili, silicio a basso consumo energetico o sistemi capaci di riconoscere contesto e ambiente circostante.
Infrastrutture, dati, luoghi e persone al centro di tutto, anziché smartphone, tablet, sistemo operativi e applicazioni. Un processo che in realtà ha già preso il via, anche se in modo graduale e dunque quasi invisibile se non gettando uno sguardo in prospettiva. Si pensi ad esempio agli smartwatch, che fungono da interfaccia tra il telefono e gli occhi dell’utente, liberando quest’ultimo dall’obbligo di interrompere un’azione per consultare messaggi o notifiche. Ancora, assistenti virtuali come Google Now sanno riconoscere la posizione geografica, mostrando indicazioni stradali o suggerimenti sui luoghi da visitare nei dintorni in modo del tutto automatico.
Genevieve Bell fa parte del team Intel in qualità di antropologa sociale. Il suo compito è dunque quello di evidenziare i problemi che scaturiscono dal rapporto tra le persone e la tecnologia, spesso rovinato dalla frustrazione. Per i tempi necessari alla ricarica delle batterie, ad esempio, così come per la loro frequenza. È per questo che gli studi e gli sviluppi futuri dovranno concentrarsi sulla realizzazione di sensori e device a basso consumo.
Il basso consumo è fondamentale per il futuro dei dispositivi indossabili e dei sensori negli ambienti intelligenti, in cui le frequenti ricariche o i cavi di alimentazione rappresenterebbero un ostacolo e sarebbero persino impossibili. Solo in quel caso, la tecnologia potrà essere davvero personale e integrata nei luoghi e negli ambienti in cui viviamo e ci spostiamo.