Geohot contro Sony, piovono donazioni

Geohot ha chiesto aiuto alla comunità del web per le spese legali nella difesa contro Sony: in sole 18 ore ha raggiunto la cifra minima prefissata.
Geohot contro Sony, piovono donazioni
Geohot ha chiesto aiuto alla comunità del web per le spese legali nella difesa contro Sony: in sole 18 ore ha raggiunto la cifra minima prefissata.

Lo scontro tra George Hotz e Sony è pronto a raggiungere la fase più importante. Dopo aver ricevuto le prime minacce da parte del colosso giapponese, il celebre hacker si è trovato di fronte ad un’azione legale mossa nei suoi confronti a causa della pubblicazione della root key relativa alla console PlayStation 3, permettendo dunque a chiunque di installare un sistema operativo alternativo. Difficile competere con un gigante dell’industria quale Sony, soprattutto senza una base economica sufficiente. Tale base economica sembra però non essere più un problema per il giovane hacker.

Fiducioso nella volontà degli utenti di aiutarlo nella lotta contro Sony, infatti, Geohot ha chiesto soccorso a chiunque volesse effettuare una donazione, anche minima, per raccogliere una cifra sufficiente a pagare le dovute spese legali. Sottovalutando forse l’interesse mediatico della vicenda, Hotz è rimasto sbalordito quando dopo nemmeno 18 ore dall’apertura delle donazioni la cifra incassata superava l’obiettivo minimo prefissato, permettendogli così di poter costruire una solida difesa per affrontare il gigante nipponico in tribunale.

Le donazioni sono così state chiuse, con la promessa di donare quanto in eccesso alla Electronic Frontier Foundation, organizzazione che ha offerto a Geohot supporto legale. Dalle parole si passerà ora ai fatti, con Geohot che proverà a far valere le proprie ragioni di fronte alla corte che si occuperà del caso. L’hacker, giunto alla ribalta grazie al primo jailbreak per iPhone, sostiene di non aver compiuto alcuna azione illegale, avendo semplicemente gestito come meglio ha ritenuto opportuno un dispositivo regolarmente acquistato e dunque di proprio possesso.

Proprio intorno a tale concetto verrà eretto il muro difensivo contro l’attacco di Sony, le cui intenzioni secondo Geohot non sarebbero tanto quelle di sconfiggere la pirateria quanto piuttosto di avere totale controllo dei dispositivi in commercio. Lo stesso George Hotz ha infatti da sempre scoraggiato l’installazione di software e giochi contraffatti sui device per i quali ha fornito soluzioni per il jailbreak, strumento nato esclusivamente per permettere agli utenti di avere una gestione a 360 gradi dei propri oggetti elettronici.

«Chi sono loro», si chiede Geohot, «per autorizzare cosa posso e cosa non posso fare con qualcosa che ho acquistato?». Nel frattempo, in attesa di novità sul fronte legale, l’hacker ha messo nel mirino lo smartphone Xperia Play, etichettato come PlayStation Phone e prodotto da Sony Ericsson. Quasi a voler fare un dispetto al gruppo giapponese, il giovane informatico si è detto pronto ad impegnarsi nella realizzazione di un tool per il jailbreak del telefono.

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