La Corte di Appello di Francoforte ha sentenziato che non si può considerare un pirata, colui il quale, senza la sua diretta volontà, mediante una connessione WiFi, scarica del materiale protetto da copyright.
La decisione della corte tedesca basa il suo fondamento sulla totale assenza di un requisito essenziale: la responsabilità oggettiva dell’accusato.
La decisione ha suscitato clamore ed è stata definita “sensazionale” da parte di Christian Solmecke, l’avvocato ingaggiato da 500 sharer accusati di aver violato le leggi in materia di diritto d’autore mediante i circuiti delle reti P2P.
Il sistema di connessione “senza fili” si appresta a divenire un buon deterrente per i pirati, ma allo stesso tempo tutela gli utenti ignari che potrebbero incappare nelle maglie della polizia telematica senza aver volontariamente scaricato alcunché dalla Rete.
Nel Regno Unito, la decisione della Corte di Appello di Francoforte ha suscitato un vespaio di polemiche, tant’è che la società di legale Davenport Lyons, già impegnata ad agguantare gli utenti britannici rei di file sharing, si aspetta un ribaltamento della sentenza di Francoforte.