Il primo gennaio 2018 è entrata effettivamente in vigore in Germania la nuova legge che prevede multe salatissime per quei social network che non rimuoveranno i messaggi contenenti espressioni di odio (hate speech) entro 24 ore o entro 7 giorni nei casi più complessi. La legge, nota come Network Enforcement Act (o NetzDG), in realtà, era entrata in vigore nel mese di ottobre, ma non era stata ancora effettivamente applicata sino ad ora.
Nello specifico, le disposizioni prevedono multe fino a 50 milioni di euro per i social network che non rimuoveranno i contenuti d’odio nelle tempistiche indicate poco sopra. Sebbene questa legge fosse stata molto criticata per il rischio che le disposizioni potessero andare in qualche modo a limitare la libertà di espressione delle persone, il Governo tedesco l’ha, comunque, approvata. Governo, comunque, che da sempre ha posto in essere norme molto severe contro la diffamazione e i crimini legati all’hate speech. Per esempio, nel mese di giugno, la polizia tedesca ha fatto irruzione nelle case di 36 persone accusate di discorsi di odio e di altri contenuti illegali.
Facebook, Twitter e YouTube sono l’obiettivo principale della legge, ma è possibile che tali disposizioni siano applicate anche alle realtà più piccole come Reddit ed altre reti sociali.
I social network in Germania, dunque, dovranno da adesso in poi fare molta più attenzione ed essere maggiormente reattivi nel rimuovere i contenuti d’odio, una volta segnalati, pena multe salatissime.
La Germania, comunque, non è l’unica ad avere fatto una richiesta simile. Anche l’Unione Europea ha chiesto che i social network facciano molto di più per eliminare il fenomeno dell’hate speech, pubblicando delle specifiche linee guida da seguire scruplosamente.
Anche l’Inghilterra è molto critica nei confronti dei social network ed un Ministro ha ventilato la possibilità di istituire una nuova tassa per spronare i Big di Internet a fare molto di più.
Il 2018 si preannuncia molto “difficile” per i social network che dovranno gestire le sempre più esigenti richieste dei Governi che sempre di più stanno criticando l’operato delle reti sociali nel limitare non solo l’hate speech ma anche altri fenomeni come le fake news e le molestie.