La scure dei giudici potrebbe abbattersi presto su YouTube in Germania: la Corte di Amburgo ha infatti stabilito che il portale per la distribuzione di contenuti multimediali in Rete acquistato da Google nel 2006 per oltre un miliardo e mezzo di dollari è il primo responsabile per quanto caricato dai propri utenti, motivo per cui deve rispondere per eventuali violazioni da parte degli stessi. Violazioni che GEMA, gruppo che rappresenta oltre 60 mila artisti tedeschi, intende dimostrare in aula di tribunale.
I giudici di Amburgo hanno dunque ritenuto infondata la tesi portata avanti dai legali di Mountain View, basata sostanzialmente sull’impossibilità da parte della società di monitorare singolarmente ogni filmato inviato dagli utenti. YouTube, poi, possiede uno dei migliori sistemi a livello internazionale in termini di filtraggio dei contenuti, capace di determinare in una buona percentuale di casi possibili violazioni di copyright e rimuovendo di fatto automaticamente quanto ritenuto sospetto. Il tutto, però, non è riuscito a far pendere in questo primo round l’ago della bilancia dalla parte di Google.
Le conseguenze per il colosso delle ricerche potrebbero essere dunque principalmente di natura economica, con i giudici che potrebbero costringerlo a versare importanti cifre per regolarizzare la propria posizione, ottenendo di fatto il diritto di ospitare presso i propri server i dodici video scagliati da GEMA nei suoi confronti senza violarne il copyright. Le autorità avrebbero inoltre imposto a Google di integrare ulteriori filtri volti a censurare i contenuti sospetti, nonostante i legali della società abbiano messo in evidenza come tale procedimento potrebbe rappresentare un ostacolo in primo luogo per gli utenti finali, costretti ad affrontare processi di upload sensibilmente più lunghi.
Secondo le prime stime, l’esborso economico da parte di Mountain View potrebbe giungere anche a diversi milioni di dollari: trattasi di una somma poco significativa se confrontata alle finanze a disposizione del colosso delle ricerche, ma l’intera vicenda potrebbe rappresentare un precedente in grado di spostare gli equilibri delle diverse cause in corso per la medesima questione, complicando notevolmente la situazione di YouTube nei confronti delle major.