Muammar Gheddafi è stato catturato dopo un tentativo rocambolesco di fuga dall’assedio di Sirte, ultima roccaforte dei lealisti. I vertici militari e l’ambasciata libica in Italia confermano: l’ex dittatore è morto in seguito alle ferite riportate dopo una sparatoria. Moltissime le reazioni in questi primi minuti dall’arrivo della notizia.
Mentre stava cercando di fuggire, il suo convoglio, diretto a Ovest, è stato attaccato dagli aerei Nato. Il capo delle forze armate del regime Abu Bakr Yunus Jaber è stato ucciso durante l’attacco, mentre il cugino e consigliere Ahmed Ibrahim è stato catturato, così come il figlio Mutassim Gheddafi e il potente capo dei servizi segreti dell’ex regime Abdallah Senoussi.
Sulla fine del colonnello, invece, si moltiplicano le voci in queste ore convulse, anche se la versione ufficiale parla di ferite alle gambe e non di un’uccisione a freddo dopo essere stato scoperto in una buca, come inizialmente si era detto. In ogni caso, si conclude così la parabola quarantennale del colonnello Muammar Gheddafi.
La notizia sta attirando estrema attenzione da parte di tutte le agenzie e quindi anche del popolo del Web, che già si era interessato in diverse occasioni e per diverse ragioni della Libia. Non si deve dimenticare infatti che la Libia è l’ultimo Paese in ordine di tempo a essere stato coinvolto nella cosiddetta primavera araba, nella quale i social network hanno avuto un ruolo determinante.
Il caso Gheddafi però è stato anche un caso molto particolare per gli italiani, da sempre legati a questo Paese, a quel popolo, per gli interessi petroliferi e per le ferite del colonialismo, al quale l’attuale governo cercò di riparare con un trattato di pace che fece molto discutere. Così, mentre arrivano da tutto il mondo le prime dichiarazioni sulla fine del dittatore, e le televisioni come Al Jazeera trasmettono senza sosta immagini, video e contributi, tra i quali anche quella che pare essere la prima immagine di Gheddafi morto, la Rete si scatena nel commentare questo evento di portata storica.
Su Twitter l’hashtag di riferimento è ovviamente #Gheddafi, dove moltissimi stanno retwettando la notizia, anche se non mancano i commenti, come chi non capisce perché di Gheddafi abbiamo già visto le immagini mentre di Bin Laden no, o chi spiega che avrebbe preferito un tribunale internazionale, oppure chi (inevitabile) accenna a Silvio Berlusconi, che ha commentato con “sic transit gloria mundi” la caduta di un uomo che fino all’anno scorso aveva definito amico. C’è naturalmente chi si è premurato di aggiornare la pagina di Wikipedia.
Su Facebook i post su Gheddafi morto stanno sostituendo velocemente quelli del passato, spesso dedicati al già citato trattato di amicizia con l’Italia o a notizie-fake sulla sua uccisione. Come capita spesso su questo social network, si mescolano gli eventi, i personaggi, le applicazioni, in una grande pout pourri dove la storia si incrocia con la microstoria, Gheddafi con Michele Misseri.