Gianfranco Lanci, CEO e amministratore delegato di Acer International, ha rassegnato le dimissioni. Uno dei pochi italiani alla guida di una multinazionale importante, qual è l’azienda taiwanese, lascia dunque il suo incarico con effetto immediato e al suo posto subentra il chairman J. T. Wang, mentre la carica di Presidente di Acer EMEA (Europa, Medio Oriente e Africa), ricoperta sempre da Lanci, viene ora affidata a Walter Deppeler.
La notizia arriva a sorpresa ed è stata appena diffusa dal quartier generale di Acer che, dopo aver convocato il consiglio di amministrazione, ha deciso di accettare l’uscita di Gianfranco Lanci. La sua decisione è stata presa in seguito ad una recente riunione con l’amministrazione, nel corso della quale sono emerse troppe discrepanze tra l’ex CEO e il CdA sui piani futuri per rilanciare Acer dopo un trimestre appena concluso con scarsi risultati. L’azienda stessa, con il comunicato stampa diffuso, spiega come ci fossero idee troppo differenti per i piani di espansione, per il rapporto con i clienti, la ripartizione delle risorse, il posizionamento dei brand e i metodi di implementazione dei progetti.
Gianfranco Lanci ha 56 anni e si è laureato in ingegneria civile presso il Politecnico di Torino; nel 1981 è diventato il manager della divisione italiana, mediorientale e africana di Texas Instruments Inc. e nel 1997 è stato nominato amministratore delegato di Acer Italia, dopo la fusione di Texas Instruments con l’azienda taiwanese. Nel 2003 fu promosso in Acer con la carica di Presidente e ha ottenuto vari successi, ma la sua rottura con l’azienda è stata ora inevitabile.
Con J. T. Wang e Walter Deppeler, Acer continuerà a seguire il suo modello di business multi marca, a sviluppare prodotti e servizi che siano competitivi e a promuovere partnership con i vendor. Ha spiegato Wang: «il PC rimane il centro del nostro business. Abbiamo costruito una realtà solida che continuerà ad espandersi soprattutto nel segmento dei PC commerciali; stiamo entrando nel mercato dei nuovi dispositivi mobile, in cui miriamo a diventare uno dei maggiori operatori».