Mentre l’Europa si interroga sull’estensione della dottrina Sarkozy su tutto il territorio dell’Unione, l’oriente passa ai fatti: nella giornata di ieri, dieci utenti dell’applicazione Share sono stati fermati e arrestati in diverse località del Giappone.
L’arresto sarebbe conseguente al sospetto scambio illecito di film, musica e videogiochi, quali “Death Note”, “Dragon Quest IX” e “Wii Sports Resort”. La segnalazione all’autorità giudiziaria è arrivata dalle stesse società del settore, tra cui Sony, Universal e Nintendo, preoccupate per il crescente abuso del P2P sul territorio nipponico.
L’applicazione Share è diventata la soluzione di preferenza per gli sharer giapponesi, dopo le vicende che hanno coinvolto il celebre Winny. I due casi evidenziano come la normativa nipponica in materia di protezione del diritto d’autore sia particolarmente severa: mentre il creatore di Winny dovrà presentarsi di fronte alla Corte Suprema, i dieci sospetti pirati dovranno rimanere in carcere in attesa di accertamenti.
Non è detta, tuttavia, l’ultima parola: proprio in merito alla causa che ha coinvolto Winny, i giudici hanno dimostrato dei ripensamenti dichiarando, in prima istanza, la non colpevolezza del suo creatore. Si tratta di un, seppur lieve, segnale di come il tema del filesharing possa iniziare ad essere considerato anche da una prospettiva diversa da quella delle major del settore multimediale.