L’incredibile terremoto (30mila volte più potente di quello di l’Aquila) e conseguente tsunami esploso in Giappone e nel Pacifico sta ovviamente occupando tutti i trend dei social network. Il Web ha grandi capacità di far ritrovare le persone e di concentrare le risorse su un evento, ed è ciò che sta facendo.
La prima iniziativa più importante è un trova persone in doppia lingua (inglese-giapponese) messo a disposizione da Google: questo tool, Person Finder, è una prima risposta delle risorse Internet. In questa pagina tutti i giapponesi e naturalmente coloro che hanno amici o parenti nelle città maggiormente colpite nel paese del Sol Levante, come Fukushima, Onagawa e Sendai (ma ormai il disastro è di proporzioni intercontinentali) possono cercare qualcuno, segnalare la propria presenza o fornire informazioni utili.
Sui giornali online sono ormai moltissime le immagini, i video, le cartine interattive come quella di Repubblica che aggiorna sul procedere dello tsunami, atteso sulle coste della maggior parte dei paesi del Pacifico, persino la California dove dovrebbe arrivare alle 16.46 ore italiane.
Su Twitter stanno esplodendo gli hashtag #japan #tsunami anche se ovviamente le fonti principali sono quelle nipponiche, difficili per noi da tradurre e comprendere.
Anche su Facebook stanno proliferando pagine che aggregano video e messaggi sullo stato attuale della crisi. Su Japan Earthquake tsunami è possibile seguire la vicenda scoprendo anche le ansie di chi aspetta l’onda anomala sulle proprie coste e chiede informazioni.
Su Wikipedia è persino già stata creata una pagina sul terremoto di Sendai, ovviamente in costante aggiornamento.
In Italia la blogosfera sta commentando in diretta le immagini scioccanti del disastro naturale, linkando i video provenienti dalle televisioni di tutto il mondo e aggiornandosi sui numeri delle vittime, sempre più alto di minuto in minuto.
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