Giro di vite contro la pirateria anche in Giappone. Le autorità hanno arrestato 27 persone durante un’azione finalizzata a stroncare il download e la diffusione illegale di contenuti protetti da diritto d’autore mediante i circuiti peer-to-peer. È il risultato della nuova legge introdotta lo scorso anno dal paese asiatico, che prevede pene molto severe per chi scarica o condivide materiale pirata.
National Police Agency ha annunciato di aver condotto 124 perquisizioni in tutte le 47 prefetture, nei giorni compresi tra il 19 e il 21 febbraio. A finire in manette gli utenti che hanno condiviso dal proprio computer film, serie televisive, anime e musica. Secondo JASRAC (Japanese Society for Rights of Authors, Composers and Publishers), organizzazione paragonabile alla RIAA americana, durante l’operazione sono stati trovati anche videogiochi e software professionali scaricati e immessi in Rete senza autorizzazione.
Tra le persone coinvolte un 40enne noto online con il nickname “God” accusato di aver caricato più di 1.300 programmi, oltre a “The Anime Craftsman” ritenuto l’uploader di circa 1.600 episodi delle serie animate. Secondo le informazioni rilasciate, tutti gli utenti scoperti hanno utilizzato i client Share o Perfect Dark per lo sharing dei file su Internet. La nuova normativa sul copyright, entrata in vigore il primo giorno di ottobre in tutto il Giappone, prevede sanzioni massime pari a 10 milioni di yen (circa 80.000 euro) e fino a dieci anni dietro le sbarre per chi viene scovato a caricare in Rete senza autorizzazione qualsiasi contenuto protetto da diritto d’autore.
In Italia ha fatto scalpore, nelle scorse settimane, la multa record inflitta a Tex Willer, responsabile dell’apertura e della gestione di alcuni tra i più noti portali pirata del nostro paese. Per lui una sanzione da ben 6,4 milioni di euro, a fronte di incassi quantificati dalla Guardia di Finanza in 580.000 euro, tutti provenienti dall’attività illecita.