Tra i molteplici impieghi dell’intelligenza artificiale, c’è anche quello legato alla videosorveglianza, in particolare all’interno di negozi e punti vendita. Lo dimostra AI Guardman, un sistema composto da un dispositivo e un apparato software creato dalla telco giapponese NTT East in collaborazione con il team Earth Eyes, già disponibile sul territorio nipponico.
Come si può vedere nel filmato in streaming di seguito, è in grado di analizzare il comportamento e i movimenti di chi entra nello store, individuando in modo del tutto automatico atteggiamenti sospetti oppure azioni riconducibili a un furto: il continuo guardarsi attorno oppure osservare ripetutamente la posizione delle telecamere. A differenza delle più tradizionali soluzioni per la sorveglianza, non si limita a registrare un flusso continuo di immagini che dovrà poi essere rivisto in caso di furti o attività illegali, bensì interviene in modo immediato e preventivo non appena si avverte un pericolo. Per i soggetti che si macchiano di azioni losche viene inoltre creato un profilo, così da poterli riconoscere in un secondo momento, anche se con abiti differenti o con il capo coperto.
La clip fornisce un altro esempio sulle abilità di AI Guardman: notifica al commesso anche quando della merce viene spostata da un punto all’altro del negozio, così da aiutare la gestione del punto vendita in modo intelligente e puntuale. Il gestore di un negozio giapponese, dopo un anno di test, afferma di aver ridotto il danno economico causato dai furti da 32.000 a 18.000 dollari.
Il software utilizzato dalla videocamera è stato sviluppato dalla Carnegie Mellon University in modo da leggere e interpretare il linguaggio del corpo. È in grado di analizzare i movimenti di più persone in contemporanea, fin nei minimi dettagli, come nel caso delle dita di una mano. Lo scorso anno il codice è stato pubblicato sulla piattaforma GitHub come open source, affinché tutti ne potessero far uso. Il prezzo di AI Guardman è di 2.200 dollari, ai quali bisogna aggiungere un abbonamento mensile da 41 dollari per la gestione dei dati su server cloud. Tecnologie di questo tipo, sebbene indubbiamente efficaci, sollevano giustificati dubbi e domande sul trattamento delle immagini acquisite e di conseguenza su possibili violazioni della privacy.