Chi ha vissuto la propria infanzia a cavallo tra gli anni ’80 e ’90 li ricorda probabilmente con un briciolo di nostalgia, per tutti gli altri sono poco più che immagini monocromatiche in movimento su uno sfondo colorato. Qualcuno li ha sempre chiamati “giochini", per noi che li abbiamo posseduti, amati e consumati sono un pezzo di storia videoludica. Stiamo parlando dei primi videogiochi portatili, quelli tascabili.
Ancora lontani dall’epoca di PlayStation e Xbox, l’alternativa alle 200 lire infilate in modo compulsivo nelle fessure dei coin-op da noi prendeva il nome di Gig Tiger (e concorrenti). Oggi è possibile tornare a vivere le stesse emozioni, seppur davanti allo schermo di un computer. Per giocare a Mortal Kombat, Altered Beast (forse il migliore che il sottoscritto ricordi) o Double Dragon basta un click, grazie alla nuova sezione Handheld History Collection inaugurata dall’Internet Archive che al momento ne contiene circa 60. L’emulazione si basa sul MAME, funziona all’interno del browser senza richiedere l’installazione di componenti aggiuntive ed è previsto l’arrivo di altri titoli in futuro, per arrivare complessivamente a circa 200 giochi.
Sebbene si tratti di giochi relativamente semplici, se paragonati a quelli odierni, per arrivare a ottenerne un’emulazione fedele è stato necessario disassemblare le unità originali dell’epoca, smontarne il display (spesso di tipo LCD) e analizzarlo al fine di capire in quale esatto momento la scheda attiva una determinata porzione di schermo sovrapponendola allo sfondo colorato. Quasi paradossalmente, dunque, per conservare una memoria storica di questi prodotti ormai oggetti di culto per i collezionisti del genere è stato prima necessario distruggerli.
Porta in tasca un’intera sala giochi con Gig Tiger.
Così recitava la pubblicità. Ed è subito nostalgia.