Nel corso degli ultimi due anni il gioco online è diventato un fenomeno di massa che, nelle sue varie e sempre mutevoli forme, coinvolge anche in Italia centinaia di migliaia di persone.
L’allarme lanciato da un articolo pubblicato su Repubblica.it che, a sua volta, riprende una ricerca realizzata da Bwin-Gioco Digitale, fa però riflettere su quali possano essere le reali conseguenze dell’eccessivo attaccamento al gioco online.
Con 673.000 ludopatici, ovvero considerati affetti da un attaccamento patologico al gioco, corrispondenti a una percentuale di circa 1,7% sulla popolazione tra i 18 e i 70 anni, l’Italia vanta un triste record in fatto di giochi e scommesse, primato in parte alimentato anche dal gioco online.
Considerando che le iniziative online che riguardano soprattutto scommesse e gioco del poker costituiscono una rilevante attrattiva anche per i più giovani e stanno riscuotendo un crescente successo, non stupisce che anche il marketing si sia deciso ad avvalersi delle logiche “dell’azzardo” per inventare nuove modalità di commercio online: le aste al ribasso o al rilancio come BidRivals incarnano perfettamente questa tendenza.
Trasformando l’esperienza di acquisto in un gioco in cui il miraggio di un affarone si trasforma in una sorta di palio in cui si paga ogni puntata e si sfidano altri giocatori che, a suon di puntate a pagamento, si soffiano il prodotto e continuano a rilanciare, ecco che il marketing sfrutta la tendenza per inventarsi nuove spirali in cui i giocatori patologici sono felicissimi di immergersi.