Sabato ha cominciato a non mangiare più, neppure a bere. Poi gli amici l’hanno convinta a ricominciare a bere, ma non ha smesso di fare lo sciopero della fame. In Italia non ci sono solo gli operai sulle gru. Paola Caruso è una giornalista e il diario della sua radicale forma di protesta sta diventando un caso anche sul Web.
Il suo blog, Diario di uno sciopero, è diventato in poche ore il simbolo della disperazione di un’intera generazione. A trent’anni passati da un pezzo, giornalista professionista, precaria da sette anni al Corriere della Sera, quando ha sperato finalmente in un posto in via Solferino e invece si è vista preferire uno studente di una scuola di giornalismo non ne ha potuto più.
Non posso pensare di aver buttato 7 anni della mia vita. A questo gioco non ci sto. Le regole sono sbagliate e vanno riscritte. Probabilmente farò un buco nell’acqua, ma devo almeno tentare. Perché se accetto in silenzio di essere trattata da giornalista di serie B, nessuno farà mai niente per considerarmi in modo diverso.
Quando ti si spezza qualcosa dentro riesci in azioni così coraggiose da attirare l’attenzione di tutti, e la solidarietà di tanti, che hanno cominciato anche a chiederle l’amicizia sul suo profilo Facebook.
So che si sta lavorando sul mio caso e che sto a cuore a molte persone. Vorrei che la mia voce diventasse la voce di tutti i precari, per ottenere risultati per me e per gli altri. La comunità Internet si è mobilitata e mi sostiene.
Nella homepage del suo blog campeggia oggi una fotografia inquietante: Paola sta fotografando la bilancia, dove si pesa ogni mattina: ora è ferma a 42,2 chilogrammi. Da magra com’era sta diventando magrissima, troppo.
Lei, scricciolo a vederla, ma dalla fibra resistente tipica di chi per anni ha accettato tutti i lavori, senza ferie, senza malattie, senza discutere, ora non ha che il suo corpo per protestare. In molti pensano sia inutile, dannoso soltanto per lei, ma non c’è nessuno, anche nella blogosfera, che non comprenda benissimo le sue ragioni. Moltissimi seguono il suo twitter per aggiornarsi sulle possibili buone notizie dal fronte della sua battaglia.
Uno dei blog più noti in Italia, Macchianera, ha sospeso le pubblicazioni nel fine settimana rinviando direttamente al blog di Paola, oggi Gianluca Neri ha scritto un post in cui riassume il suo punto di vista:
Il punto è che esiste un’emergenza che prescinde dalla sete e dalla fame di una giornalista delusa e del suo giornale in crisi. Il punto è che di questa emergenza non si sta occupando nessuno, malgrado sia forse più importante di una nuova legge elettorale.
Al di là delle ragioni di tutti, dei punti di vista differenti, questa vicenda sta scoperchiando il fortissimo disagio di molti operatori dell’informazione, lasciati ai margini nonostante siano gli unici ad avere le competenze per completare il trasferimento tecnologico.
Lo scenario? I più giovani e preparati, e anche coloro che hanno lavorato sodo negli ultimi anni, messi gli uni contro gli altri, accomunati dallo stesso destino di precarietà.