Il portale TorrentFreak segnala la chiusura di un proxy gestito da Pirate Party che, anche in seguito alla messa al bando di The Pirate Bay da parte delle istituzioni, consentiva l’accesso alla piattaforma dedicata al file sharing dal territorio britannico. Al momento non sono state rilasciate dichiarazioni ufficiali in merito alle ragioni che hanno portato allo spegnimento del servizio, ma l’ipotesi più accreditata è quella che vorrebbe la decisione presa in seguito alle pressioni della BPI (British Phonographic Industry), associazione impegnata nella difesa del diritto d’autore sulle opere discografiche.
Il proxy è stato lanciato nel maggio scorso, a poche settimane di distanza dalla decisione di bloccare l’accesso alla piattaforma svedese per la condivisione e il download di file .torrent. In pochi mesi il sito è diventato il 133esimo più utilizzato dai navigatori UK, a testimonianza di come il traffico di materiale sui network peer-to-peer sia tutt’altro che una pratica appartenente al passato. BPI aveva già chiesto a Pirate Party di mettere offline il servizio, non ottenendo però quanto sperato, scegliendo poi di intraprendere sei cause legali nei confronti di altrettanti membri del partito, ritenendoli personalmente responsabili per le infrazioni del copyright dovute all’operatività del proxy in questione.
La lotta intrapresa dal fronte antipirateria nel Regno Unito sembra più decisa che mai. Ieri il segretario Vince Cable è intervenuto al Big Innovation Centre nella capitale inglese per annunciare l’istituzione di un’unità, in collaborazione con la polizia di Londra, che avrà come obiettivo proprio quello di combattere la diffusione non autorizzata di materiale protetto da diritto d’autore. L’iniziativa si concretizzerà nel corso del 2013 con la creazione di un gruppo che, oltre a intraprendere azioni nei confronti di chi non rispetterà le norme vigenti sul copyright, promuoverà campagne di informazione rivolte soprattutto ai giovani, ritenuti più inclini alla diffusione e fruizione di materiale piratato.