Sulla scia dell’accordo stipulato dal procuratore capo di New York Andrew Cuomo con tre dei principali provider Internet americani al fine di bloccare l’accesso a newsgroup e siti contenenti materiale di natura pedopornografico, anche il governo francese decide di dare un giro di vite alla diffusione di portali contenente materiale giudicato riprovevole, come immagini a carattere sessuale con minorenni e materiale correlato al terrorismo o a fenomeni di razzismo.
A partire dal mese di settembre, sarà il governo francese a ricevere direttamente dagli utenti della grande rete segnalazioni in merito a siti o portali collegati a tale tipologia di materiale e a decidere se inserirli o meno all’interno di una vera e propria blacklist. Il ministro degli interni, nonché portavoce dell’operazione Michele Alliot-Marie, si dichiara soddisfatta dell’iniziativa e confida nella collaborazione di tutti i provider del territorio. «Non possiamo più tollerale lo sfruttamento sessuale dei bambini sotto forma di cyber-pedopornografia», ha dichiarato Alliot-Marie. «Dobbiamo raggiungere un accordo: la Francia bloccherà l’accesso ai siti di pornografia minorile. Le altre democrazie lo hanno fatto. La Francia non può aspettare ancora».
Il ministro inoltre ha negato con insistenza l’intenzione di voler trasformare il governo francese in una sorta di “Grande Fratello di Internet”, promettendo di mantenere intatta la libertà d’informazione, pilastro insindacabile della grande rete. Eppure, secondo alcuni, i nuovi provvedimenti decisi dal governo di Parigi potrebbero limitare le possibilità per i francesi di attingere informazioni dal Web. Oltre alla blacklist per i siti pedopornografici si ipotizza, infatti, la creazione di altre liste nere per quei siti che veicolano materiale razzista o riconducibile al terrorismo. A differenza dei siti pedofili, però, identificare e classificare correttamente un sito web come razzista o vicino al terrorismo non è sempre semplice.
Le pagine di Internet potranno essere segnalate direttamente dai cittadini agli enti governativi francesi che provvederanno a vagliare il sito incriminato e, se necessario, a inserirlo nella blacklist. Il timore è che, a causa di errori o sperequazioni, il provvedimento possa limitare la libertà online dei francesi. Pieno accordo, invece, sull’opportunità di precludere l’accesso ai siti che veicolano materiale pedopornografico.
La Francia si allinea così alle posizioni intraprese in materia di pedopornografia da Stati Uniti, Gran Bretagna, Svezia, Danimarca, Norvegia, Nuova Zelanda e Canada. Quest’ultima ha adottato simili misure già nel 2006, anno nel quale otto dei principali provider locali hanno stretto una alleanza con
il Canadian Centre for Child Protection al fine di bloccare i siti stranieri contenente materiale pedopornografico.