A quanto pare, gli ABBA non sono grandi sostenitori del P2P… Sull’onda del processo a The Pirate Bay, Björn Ulvaeus, membro del celeberrimo gruppo svedese e autore, in tandem con Bennny Anderson, di tutte le loro canzoni, ha affidato al sito svedese Newsmill la sua opinione sul fenomeno del file sharing.
Opinione che davvero non lascia campo a fraintendimenti: “ladri”, “pigri”, “tirchi”, sono gli epiteti rivolti da Ulvaeus agli imputati del processo e, per estensione, a chiunque scarichi musica illegalmente. Costoro, a suo dire, fingono di non capire che stanno compiendo una rapina, si stanno cioè appropriando del frutto delle idee altrui senza dare nulla in cambio.
Durante il processo a The Pirate Bay si sente spesso parlare con voce tremante di “libertà su Internet”. Dietro a queste dichiarazioni di finta innocenza si nasconde una realtà molto più terra-terra: è più semplice rubare piuttosto che scaricare in modo legale.
Secondo Ulvaeus si è diffuso un falso mito, quello dei giganti senza testa (le major del disco) che si scagliano contro i poveri consumatori indifesi. In realtà,
La realizzazione di un’idea diviene possibile dal momento in cui gli artisti e i loro finanziatori sanno che, in caso di successo, verranno ricompensati per i loro sforzi. È così dannatamente difficile da capire?
No, non ci sembra difficile da capire. Indubbiamente (alcuni) artisti assistono impotenti ad una situazione che pare sia ormai fuori controllo. Ma siamo sicuri che i colpevoli siano da ricercarsi fra i “pirati”? Oppure è lecito affermare che anche le case discografiche abbiano la loro buona dose di responsabilità?
Ulvaeus non sembra particolarmente interessato ai problemi dei consumatori: i prezzi proibitivi, gli assurdi DRM, le contraddizioni legislative. Il suo discorso è incentrato sui problemi degli artisti. Ebbene, negli ultimi tempi molti musicisti si sono affrancati dai controlli e dalle imposizioni delle case discografiche abbracciando la filosofia del file sharing. Molti gruppi sono riusciti a “entrare nel giro” grazie a brani o a interi album distribuiti gratuitamente nei circuiti P2P. I concerti dal vivo stanno tornando ad essere una parte importante della vita (e dei guadagni) di chi fa musica a livello professionale. Bisogna tener conto anche di queste valutazioni, prima di dare del ladro a chi utilizza BitTorrent ed eMule.
Su almeno una cosa però Ulvaeus ha ragione: non è questo il momento di pensare a nuove legislazioni, processi o riforme. Bisogna invece fermarsi a riflettere ed escogitare soluzioni che siano a vantaggio di tutti: artisti, case discografiche e utenti finali, senza i quali non esiste il mercato.