Steve Ballmer dovrebbe fare un passo indietro, lasciare libera la poltrona di CEO e consentire a Microsoft di trovare una nuova guida. È questa l’ambizione espressa da David Einhorn, considerato una star degli hedge-fund, in rappresentanza della Greenlight Capital (azionista Microsoft avente in mano lo 0.11% della proprietà).
Einhorn, il cui nome è stato reso celebre dalla caduta della Lehman Brother grazie alle critiche mosse prima che il colosso bancario iniziasse a scricchiolare, ha infatti tenuto uno speech in occasione della Ira Sohn Investment Research Conference ed ha approfittato del proprio spazio per un duplice affondo: da una parte è confermata la fiducia nel gruppo e nelle sue opportunità in termini di investimento, ma dall’altra v’è una feroce critica nei confronti della guida di Steve Ballmer.
Il dito è puntato contro il CEO per i ripetuti errori del passato: per aver concesso ai competitor di guadagnare terreno; per aver portato avanti politiche discutibili e confuse; per aver sbagliato più volte strategie; per non aver saputo portare il comparto internet alla profittabilità. Soprattutto, gli azionisti vorrebbero da Ballmer uno sforzo in più per migliorare il valore del capitale azionario del gruppo: Einhorn consiglia a tal proposito di acquistare azioni MSFT, ma vorrebbe dal gruppo maggior impegno ed una sterzata a livello di top management.
L’appello di Einhorn non sarà avvertito come una spallata, ma per Steve Ballmer le critiche sono ormai ripetute: la sua leadership è stata messa in discussione più volte a seguito dei risultati stessi del gruppo che, sebbene positivi in termini assoluti, vedono comunque sminuirsi le prospettive future in un contesto informatico che va mutando sempre più allontanando il baricentro del mercato dai settori propri del controllo Microsoft. Secondo Einhorn Ballmer è un perdente, uno dei pesi principali oggi in capo al gruppo, un elemento che dovrebbe farsi da parte per consentire ad altri di cogliere l’opportunità e portare a Redmond una guida più illuminata.
Ballmer non rischia sicuramente di essere defenestrato con poche semplici parole, tanto meno se forte dell’appoggio di Bill Gates (recentemente sceso strategicamente in campo per promuovere l’acquisizione di Skype e ad offrire supporto alle scelte del CEO), ma al tempo stesso dovrà trovare risposte precise a coloro i quali mettono ripetutamente in discussione la sua leadership ed il suo modo di guidare l’azienda. Il valore delle azioni è in questo contesto la cartina di tornasole che entrambe le parti controllano: soltanto riportando Microsoft ad alti livelli sarà possibile motivare le strategie del CEO, le sue ambizioni ed i suoi assegni miliardari di acquisizione.