Il 2012 è stato certamente un anno fortemente social, caratterizzato da eventi che non si sono limitati a consolidare la presenza di questa estensione della Rete nella vita delle persone, ma ne hanno anche minato le sicurezze, oppure cambiato i rapporti di forza. L’anno è cominciato con Pinterest nominata startup del 2011, e con l’introduzione della Timeline su Facebook, poi è proseguito con lo sbarco in Borsa di Big F – un mezzo flop – l’acquisizione di Instagram, il caso SOPA, il four more years di Obama e il tormentone GanGnam style.
L’infografica preparata da Mashable – forse i più bravi a realizzare questo genere di riassunti per immagini e numeri – si scorre come la pellicola di un film, dove ogni fotogramma corrisponde a un mese. Un film che se avesse un sottotitolo sarebbe «mobilità». La mobilità è stata senza dubbio la protagonista indiscussa dei movimenti dei grandi colossi del web. Facebook ha acquisito Instagram e Gowalla prima di presentarsi a Wall Street, lavorando sul doppio terreno desk-smartphone. E mentre Google plus faticava a mettersi in mostra, Pinterest continuava a mietere successi e Instagram superava Twitter per utenti mensili.
Nei mesi centrali dell’anno, l’evento più clamoroso è stato senza dubbio lo sbarco a Wall Street della creatura di Mark Zuckerberg. Una quotazione pubblica inizialmente molto alta e poi abbassatasi a livelli sicuramente più terrestri, dimostrando quel che si sospettava: che gli unici a guadagnarci sarebbero stati i possessori di stock options. Tuttavia, tre mesi dopo arriva anche una grande notizia: Facebook ha superato il miliardo di utenti.
Alla fine dell’anno, impossibile non ricordare l’immagine più re-twittata e postata della storia dei social network: l’abbraccio fra Barack Obama e sua moglie Michelle dopo la notizia della vittoria alle elezioni americane: quattro milioni di like da tutto il mondo dicono four more years insieme alla coppia della Casa Bianca.
Ma la conclusione del 2012 è tutta di due fenomeni totalmente opposti, uno spensierato e colorato (e decisamente kitsch), l’altro sobrio e inaspettato: il miliardo di visualizzazioni del rap coreano GanGnam style (un altro record segnato nel 2012), e lo sbarco di Benedetto XVI su Twitter. Due eventi che meglio di altri rappresentano il grado di compenetrazione dei social media nella nostra ecosfera culturale: la convivenza del sacro e del profano